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... parole pesanti come macigni ...

Spesso ci scordiamo che l’essere umano è fragile, ciascuno di noi ha i suoi punti deboli … e una volta che essi vengono colpiti la reazione potrebbe essere anche la capitolazione.

Si dice che il momento migliore per scrivere sia la sera, quando il telefono si placa e il mondo si allontana. Per me proprio non funziona così. Dopo le 21.00 il mio cervello si atrofizza e riesco a scrivere solo terribili banalità. Intendiamoci bene, a volte mi sembra di scrivere cose argute e intelligenti … ma la mattina, quando le rileggo, mi rendo conto che potrebbe averle scritte Mister Bean dopo aver sniffato tre barattoli di vinavil.

Questa regola però oggi non funziona. Non percepisco la calma che mi serve normalmente per scrivere, anzi … mi sento nervoso e irritabile. Esatto, gli psicologi si innervosiscono, sono tristi, incazzati ecc. Proprio come ciascun mammifero che popola il globo terraqueo.

In questo post vorrei solo comunicare (anzi gridare) quanto l’effetto di determinate parole sia micidiale per ciascuno di noi.

Per un adulto tale effetto può essere rappresentato da un carro pieno di pietre, ma per un bambino o un adolescente, l’effetto è decuplicato … come trasportare un bastimento carico di macigni!

Esatto. Sottovalutiamo spesso quanto pesanti possono essere gli effetti di determinate parole nei confronti di qualcun altro. Ho avuto a lungo come paziente un ragazzo la cui mamma riferiva spesso di avere il cervello delle “dimensioni di un baco”.Il cervello del nostro amico non era certo quello di un vermicello … ma l’ego, dopo tali stupide affermazioni, sì! Ricordo anche quando una frase del tipo: “è finita la pacchia” (in seguito a un brutto voto) gettò una ragazzina nello sconforto e nell’inedia.

Gli adulti normalmente sono più solidi (a volte) dei ragazzi, ma l’effetto di determinate affermazioni è comunque lesivo. Una frase del tipo: “non le spiego questa procedura tanto non sarebbe in grado di capirla” gettò in una fase depressiva una dipendente di un noto franchising. Alcune di queste offese a qualcuno possono sembrare innocue, ma la lesività di determinate affermazioni è soggettiva. Detto in altre parole: ciò ferisce me può non generare la minima reazione in te … e viceversa!

Un mio paziente odiava essere definito “bonaccione” … che di per sé non è un termine offensivo. Una volta indagato il suo passato era tuttavia emerso che alcuni bulli lo trattavano male, gridandogli: “tanto non reagisci … sei un bonaccione del cazzo!”. Alcuni gesti, espressioni o parole hanno il potere di riportarci nel passato, e ci fanno provare esattamente quelle sensazioni provate quel fottuto giorno … quando qualcuno ci ha feriti a morte! Il nostro passato, i nostri traumi, i nostri lutti, le nostre esperienze di vita influiscono profondamente su di noi, condizionando i nostri punti di forza e di debolezza.

Spesso ci scordiamo che l’essere umano è fragile, ciascuno di noi ha i suoi punti deboli … e una volta che essi vengono colpiti la reazione potrebbe essere la capitolazione.

Torniamo quindi a bomba. Mi sento nervoso perché un ragazzo è venuto da me in lacrime. “Sei troppo stupido per esistere” gli aveva detto il padre nel tentativo di spronarlo a rimontare un motore bicilindrico. Non metto in dubbio la buona fede del genitore, ma l’effetto è stato deflagrante.  La reazione del ragazzo era stata di apparente indifferenza (come spesso accade) ma dentro il nostro amico era un po' morto dopo quelle parole. Ripenso a quelle lacrime e provo molta tristezza e molta rabbia per questa vicenda. Non è detto che essere figlio di meccanico faccia di noi dei meccanici provetti!

È decisamente probabile che, nell’arco della nostra vita, siamo stati (anche inconsapevolmente) lesivi per qualche persona. Magari anche uno sconosciuto incontrato in fila alle poste. Una mia paziente ricordo ebbe un attacco di panico quando uno stronzo, dopo averle tagliato la strada, fece una battuta relativa al suo peso, che la riportò dritta alle medie, quando i bulli la massacravano su tale argomento. 

Vorrei semplicemente dire a molte persone quanto male possono fare certe parole. A volte possiamo riaprire ferite dolose senza neanche accorgercene. I ragazzi generalmente non mostrano quanto dolore possiamo causare loro … e noi, in quel momento … saremo dei carnefici inconsapevoli.

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Matteo Marini