Dal Venezuela alla Basilicata; la storia e la vita di Reinaldo Figueredo Planchart
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Dal Venezuela alla Basilicata; la storia e la vita di Reinaldo Figueredo Planchart

Dopo il tentato (e falito) golpe del 1992 l'ex ministro degli esteri di caracas ha trovato nella lontana Basilicata la sua nuova casa. Senza dimenticare però il suo paese

Dire che in Basilicata “Cristo si è fermato a Eboli” ormai è diventato uno slogan che arricchisce le voci di una biblioteca di luoghi comuni. Senza dubbio in Basilicata i collegamenti sono deboli e inefficaci, ma una volta arrivati ci si accorge dell’esistenza di elementi naturali che arricchiscono luoghi ameni pronti a reggere il contraccolpo delle difficoltà logistiche. E’ qui che ha scelto di vivere l’ex ministro degli affari esteri del Venezuela, Reinaldo Figueredo Planchart quando, dopo il tentato colpo di stato del 1992 organizzato per colpire il 43° presidente, Carlos Andrès Pèrez, dovette fuggire e rifugiarsi prima a Ginevra e poi in Basilicata, lasciando per sempre Caracas.

Nel 1992, dopo il tentato colpo di stato organizzato da Hugo Rafael Chavez, lei è fuggito dal Venezuela e adesso si trova in Basilicata. Cosa avvenne dopo la sua fuga?

Sono un’economista formato in Svizzera, in Belgio e poi a Parigi. Parlo 4 lingue. Ho 84 anni. Dopo la fuga mi traferii in Europa e fu così che durante l’ultimo lavoro svolto per l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Segretario Generale, Kofi Annan, mi chiese di scrivere le conclusioni di un lavoro già svolto da cinque agenzie dell’ONU per individuare quali fossero i motivi per cui l’Africa, l’Asia e l’America latina, che conoscevo benissimo perché per anni mi ero occupato dei processi di integrazione, non riuscissero a partecipare pienamente al processo di globalizzazione. Capii da diversi altri studi e viaggi che feci proprio in quei Paesi che la causa dipendeva dalla decisione di due grandi potenze: Inghilterra e Stati Uniti. Trovai che l’aspetto economico, che per loro era l’unico elemento importante, in realtà non era l’unico aspetto rilevante. Analizzando il lavoro individuai i 4 temi fondamentali, che chiamo anche 4 vettori, per attuare la globalizzazione in questi Paesi: Energia e transizione energetica, Acqua, Economia della conoscenza e Ambiente.

Cosa le disse il Segretario Generale Kofi Annan dopo aver letto e ascoltato attentamente le sue conclusioni incluse nel rapporto?

Mi disse queste parole:«Guarda Reinaldo, vorrei che tu portassi i 4 elementi in Assemblea Generale e che ne parlassi tu stesso. Ma, prima devo presentare il tuo lavoro al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per avere l’autorizzazione a discuterne in Assemblea Generale. Se il Consiglio di Sicurezza approva la tua discussione, preparati a parlarne nella prossima Assemblea Generale:».

Ma questo non accadde perché dopo aver presentato il rapporto al Consiglio di Sicurezza, purtroppo gli Stati Uniti non hanno permesso che ciò accadesse. E me ne andai molto arrabbiato.

Ha detto che dopo la decisione del Consiglio di sicurezza lei si arrabbiò moltissimo. Cosa decise di fare?

All’epoca avevo già 62 anni. Ero scappato dal Venezuela e vivevo a Ginevra. Ero provato dalla vita e a quella notizia mi arrabbiai così tanto che presi delle decisioni legate a quello in cui credevo. Per questo, decisi di indagare quale regione in Europa presentava le 4 condizioni per potersi sviluppare ed entrare nel processo di globalizzazione.

E quali furono le sue scoperte?

Studiando l’Europa centimetro per centimetro, mi resi conto che l’unica area che presentava le 4 condizioni era ed è la Basilicata. C’è qualcosa in Germania, ma in Germania c’erano soltanto 3 condizioni su 4.

Qual è l’idea che si è fatto della Basilicata adesso che vive da quasi un ventennio?

Qui, paesaggi, cultura e tradizioni si amalgamano perfettamente tra loro per offrire esperienze a cui non ci si sottrae per l’eternità. In questa valle d’Agri, dove attualmente vivo da quasi vent’anni, ci sono tutte e quattro le condizioni. E’ simile a Caracas per grandezza, ma non per numero di abitanti. Qui ce ne sono circa 50.000, mentre a Caracas 2 milioni. Mi sono stabilito qui con la mia famiglia per creare un piccolo laboratorio e guardare come evolvono i 4 elementi. Qui c’è tutto: petrolio, acqua, economia della conoscenza, ambiente. Ma purtroppo c’è una cosa che non va: purtroppo manca la coesione sociale e anche per questo motivo i ragazzi vanno via e di certo non gli si può imporre di rimanere.

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Rosita Stella Brienza