Terrorismo, l'arresto di Ouali e quel sequestro di dinari algerini falsi
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Terrorismo, l'arresto di Ouali e quel sequestro di dinari algerini falsi

C'è un collegamento tra la presenza in Campania del falsario e un sequestro effettuato alcuni anni fa dalla Guardia di Finanza?

“Sono innocente ma voglio tornare in Belgio. Non mi opporrò all’estradizione”. Eddine Djamal Ouali, l’algerino arrestato il 26 marzo scorso a Bellizzi, in provincia di Salerno, adesso vuole rientrare in Belgio. Non vuole più rimanere in Italia. Eppure solamente undici giorni prima, il 15 marzo scorso, il giorno dell’arresto di Salah Abdeslam a Bruxelles, Eddine Djamal Ouali, aveva presentato, al nostro Paese, la richiesta di permesso di soggiorno.

Ed è stata proprio la sua richiesta di soggiorno, dopo le nuove disposizione impartite dal capo dell’Antiterrorismo Lamberto Giannini sulle verifiche da effettuare per chi si rivolge all’ufficio immigrazione, a far scoprire l’esistenza del mandato di arresto emesso nei suoi confronti solo due mesi prima: il 16 gennaio scorso.

Ma dal momento dell’arresto, Eddine Djamal Ouali, non ha detto una parola, non ha tentato di difendersi o di spiegare che non esiste nessun collegamento tra lui e gli attentatori di Parigi e Bruxelles. Il suo silenzio è stato interrotto solo da un “Sono innocente. Non mi opporrò all’estradizione”.

Ouali, il fornitore di identità false

Eppure le accuse nei suoi confronti sono pesanti. Sarebbe lui, Eddine Djamal Ouali ad aver fornito i documenti falsi a quello che è stato per mesi considerato il ‘super ricercato’Salah Abdeslam e alla cellula degli attentati dello scorso 23 marzo a Bruxelles.

Per gli investigatori, Ouali, fa parte di una rete di falsari. A lui portano le perquisizioni effettuate nell’ottobre 2015 a Saint-Gilles, un sobborgo di Bruxelles, dove furono trovate e sequestrate circa mille immagini digitalizzate e documenti falsificati. Uno di questi era intestato a Kayal Soufiane, nato il 28 agosto 1988, alias di Najim Laachroui, che si è fatto esplodere il 22 marzo scorso all’aeroporto di Zaventem. Ma fu trovato anche quello di Samir Bouzid, nato l’8 luglio 1977, alias utilizzato da Mohamed Belkaid e anche quello di Yassine Baghli, nato il 29 settembre 1989, alias, utilizzato dallo stesso Salah Abdeslam. E proprio con questi documenti, gli attentatori sono passati anche sul nostro territorio.

Il passaggio dall'Italia

Khalid El Bakraoui, che si è fatto esplodere nella metro di Bruxelles, ha dormito a Treviso mentre viaggiava verso Atene. Bakraoui inoltre avrebbe usato l'identità dell'ex calciatore dell'Inter Ibrahim Maaroufi per affittare un appartamento a Charleroi. Il primo agosto, invece, Abdeslam, si è imbarcato su un traghetto a Bari diretto in Grecia, ed era poi passato dal capoluogo pugliese per tornare in Belgio.


Eddine-Djamal-Ouali Eddine Djamal OualiAnsa

Molti dubbi e interrogativi

Ma perché Eddine Djamal Ouali, ha lasciato il Belgio e ha deciso di raggiungere e stabilirsi proprio in Campania? Quante volte Ouali è transitato da queste zone?

Le indagini coordinate dal capo della Digos Luigi Amato adesso puntano a ricostruire tutti i suoi contatti, tenendo conto che l’ingresso nel nostro Paese dovrebbe essere avvenuto due mesi fa anche se la sua richiesta di permesso di soggiorno è stata presentata “solo” il 15 marzo scorso.

Ma la presenza di Ouali, proprio in questa area geografica italiana, solleva un altro inquietante dubbio: se Eddine Djamal Ouali si fosse ‘appoggiato’ in questa zona per la presenza di una “cellula” che da anni supporta logisticamente ed economicamente i terroristi?

Sicuramente la presenza in Campania di Ouali e il suo ruolo di “fornitore di identità” per i terroristi, considerando che Napoli e le aree limitrofe sono considerate nel Mondo il fulcro della falsificazione, sembrerebbe quasi scontata.

Ma forse c’è ben altro che potrebbe collegare, negli anni, Ouali, algerino "falsario" e anche altri terroristi, all’area campana. Ad esempio, il sequestro di una enormità di dinari algerini.

Dinari algerini falsi per milioni di euro

Il sequestro risale al gennaio del 2009. Ma il blitz della Guardia di Finanza su completamente sottovalutato dalla magistratura italiana.
I finanzieri del comando provinciale di Napoli individuarono, una stamperia clandestina dotata di sofisticatissimi macchinari per la contraffazione della carta moneta. In quel locale furono trovate 350.000 banconote da 1.000 dinari algerini ciascuna, per un valore totale di circa 3,5 milioni di euro ma soprattutto fu scoperto un consistente quantitativo di cartafiligranata autentica: 4 quintali.

Quanti dinari algerini si sarebbero potuti stampare con tutta quella carta filigranata “autentica”? Dove e a chi, soprattutto, erano destinati quei dinari?

Le banconote contraffatte sequestrate erano di altissima qualità, precisarono all’epoca a Panorama.it i finanzieri, anche perché realizzate su carta filigranata genuina munita di filo di sicurezza e quasi sicuramente proveniente da una azienda specializzata nel settore.

Dinari falsi per finanziare il terrorismo?

Nel corso delle operazioni di perquisizione, i finanzieri trovarono le 345 mila banconote del valore di mille dinari algerini ciascuna in parte già pronte per essere “smerciate”: quarantacinquemila già confezionate in pacchi da cinquecento pezzi. La banconota da 1.000 dinari algerini, aveva all’epoca un controvalore pari a 10,70 euro. Il sospetto che quell’enormità di denaro potesse andare ad alimentare il terrorismo era 'quasi' palese, già all'epoca. Ma a quell’importantissimo blitz della Finanza, non c’è mai stato un seguito.

Oggi, a distanza di 7 anni, la presenza in Campania Eddine Djamal Ouali di origini algerine e i suoi collegamenti con i terrorismo lancia su questo sequestro una nuova luce. Non solo, la volontà di Ouali di lasciare immediatamente l'Italia per rientrare in Belgio, nasconde proprio la ‘necessità’ di allontanarsi da questa area? 

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Nadia Francalacci