Il governo americano chiude per crisi (politica)
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Il governo americano chiude per crisi (politica)

Nessun accordo sui fondi pubblici tra democratici e repubblicani al Congresso e lo stato federale è costretto alla serrata

L'ultimo appello è arrivato alla 25°ora, ma non è servito a evitare lo shutdown, la serrata degli uffici federali. Barack Obama ha chiamato lo Speaker della Camera John Boehner per un ultimo tentativo di trovare un'intesa. Ma sapeva che non sarebbe servito. I repubblicani sono rimasti sulle loro posizioni. In cambio dello sblocco dei fondi federali, volevano che l'entrata in vigore della Riforma Sanitaria fosse rinviata di un anno. Il presidente ha risposto picche: troppo importante e simbolico quel provvedimento tanto voluto, da sacrificarlo alla vigilia della sua attuazione.

In più, Obama non aspettava altro, non attendeva migliore occasione per dare la colpa della serrata al Grand Old Party. Accuse rispedite al mittente dai repubblicani. Per loro, Obama non ha voluto barattare il congelamento di una legge dannosa per le casse pubbliche americane in cambio dei soldi necessari per fare andare avanti la macchina pubblica statunitense. Il solito gioco del cerino.

Gli effetti della serrata

L'ultima volta era stata nel 1996. Erano i tempi dello scontro durissimo tra Bill Clinton e un Congresso in mano ai repubblicani. Allora, la chiusura degli uffici federali durò circa un mese e la perdita in termini economici fu di 2 miliardi di dollari. Ora, la serrata potrebbe durare diverse settimane, se non dovesse essere trovato un accordo. Sono 800.000 i dipendenti pubblici che rimarranno a casa senza stipendio o il cui salario è a rischio. Progressivamente chiuderanno i musei, gli sportelli ministeriali e persino i parchi naturali in tutti gli States, con conseguenze drammatiche per settori come il turismo. Particolarmente colpita sarà ovviamente Washington D.C. la cui economia rischia di perdere 200 milioni di dollari al giorno.

Rimarranno in funzione tutte le attività che riguardano la sicurezza nazionale, comprese quelle che si svolgono all'estero (le forze armate e il Dipartimento di Stato non chiudono i battenti, anche se gli stipendi potrebbero essere pagati in ritardo); aperti anche gli sportelli che devono garantire i pagamenti di pensioni e dei programmi di assistenza sociale; in funzione ospedali pubblici, carceri, sorveglianza ai confini statali, aereoporti, trasporti pubblici, ma tutti questi lavoratori saranno senza paga. I tribunali hanno fondi solo per dieci giorni. Ci saranno anche effetti sulle scuole, anche se non dovrebbro chiudere. Sicuramente verranno rinviati i pagamenti dei prestiti agli studenti

Rispetto a 17 anni fa, questa serrata ha degli effetti meno forti sullo stato federale perché negli scorsi mesi il Congresso aveva approvato dei provvedimenti di finanziamento delle singole agenzie governative, ma l'impatto su migliaia di lavoratori e su alcuni settori economici sarà comunque forte. In più, questa appare una prova generale rispetto al braccio di ferro sul debito che Casa Bianca e Congresso (repubblicani) ingaggeranno nei prossimi giorni, in vista della dead line di metà ottobre e che potrebbe portare a un default (bancarotta tecnica e non vera) in caso di mancato accordo.

Una crisi di fiducia (politica)

La serrata avrà anche conseguenze politiche. Con una radicalizzazione dello scontro tra democratici e repubblicani. E con una possibile perdita di consenso da parte degli attori in campo. Barack Obama - che nei sondaggi è ai suoi minimi storici - potrebbe essere visto ancora una volta come un presidente incapace di risolvere i nodi politici con l'opposizione, spinto nella sua azione, solo dalla volontà di dare la colpa agli avversari.

I repubblicani, da parte loro, compattano (seppur a fatica) le loro fila, ma rischiano anche di perdere credito nell'opinione pubblica. Il duello continuo con la Casa Bianca su temi come il finanziamento della macchina pubblica e il debito può essere un'efficace chiamata alle armi dell'elettoratotradizionale del GOP, ma, in compenso, può allontanare gli altri elettori, gli indipendenti e i moderati.

Entra in vigore la Riforma Sanitaria

Lo shutdown degli uffici federali inizia proprio nel giorno in cui entrano in vigore le norme della Riforma tanto voluta da Barack Obama. Dal primo ottobre, milioni di americani che non l'avevano, ora, sono obbligati a stipulare una polizza di assistenza sanitaria. Il costo medio a livello nazionale si aggira attorno ai 300 dollari al mese, ma cambia a seconda delle situazioni sociali, degli sgravi fiscali e dei contributi statali che un soggetto può avere sulla base del suo reddito.

E'presto per dire se questa riforma rivoluzionerà l'assistenza medica negli Usa. Secondo i repubblicani non farà altro che aumentare il deficit delle casse federali, oltre che a essere onerosa per i singoli cittadini. Per i democratici, invece, si tratta di una riforma storica che può garantire la copertura sanitaria per almeno 35 milioni di americani e che non peserà molto sui conti dello stato e dei singoli contribuenti. Per Barack Obama, la sua attuazione val bene una chiusura per crisi (politica) di buona parte degli uffici federali d'America e la (temporanea) perdita della paga di 800.000 persone.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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