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(Ansa)
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Sinner e Alcaraz, benvenuti nel tennis del prossimo decennio

Ad Indian Wells ieri e a Miami (da domani) è andato in onda quella che sarà la sfida centrale ed asse portante dello sport ormai sulla bocca di tutti gli italiani e chi regge su di un equilibrio delicato, al 2%

Possiamo dirlo? Finalmente Sinner ha perso… certo, una sconfitta è sempre una sconfitta e non è mai piacevole, soprattutto per un campione che fa della perfezione una delle sue doti principali. Ma la sfida di semifinale con Carlos Alcaraz ci ha mostrato chiaro ed evidente non solo il livello raggiunto dall’altoatesino ma il futuro del tennis, i prossimi 10 anni di questo sport che sta definitivamente dicendo addio all’epoca dei Federer-Nadal-Djokovic.

Un decennio che sarà nelle mani di questi due ragazzi simbolo del tennis 4.0 fatto non solo di violenza ma anche di tanto altro. Ragazzi che, per lo più sono anche molto amici, capaci di sorridersi l’uno con l’altro nel bel mezzo di sfide senza quartiere, quasi dei duelli a colpi di racchetta.

Sinner ha perso, W Sinner. L’azzurro come al solito non solo sul campo ma anche fuori ha dato ad Indian Wells la dimostrazione di una lucidità ed onestà nell’analizzare il match, soprattutto il suo match, davvero uniche. Quando ha parlato del colpo al gomito con conseguente fastidio non è di certo andato alla ricerca di una scusa ma ha spiegato a tutti, primi noi tifosi ed appassionati, quale sia la realtà del tennis: «basta calare del 1% o 2% a questi livelli e non hai più speranze…». Ecco la verità.

Alacaraz e Sinner andranno avanti così per tutti l’anno, anzi, per i prossimo 10 anni (speriamo). Ua volta vincerà l’azzurro, l’altra volta vincerà lo spagnolo, quella dopo toccherà al nostro. Un’alternanza ed un equilibrio che non deve lasciare spazio (a noi) per eccessivi entusiasmi o altrettante eccessive delusioni. Sui campi della California il nostro campione ha mostrato come sia ormai riuscito a superare quel gradino che lo porta ad essere un grandissimo, uno di quelli che i pur ottimi giocatori che si incontrano lungo il percorso di un torneo vengono eliminati senza troppa difficoltà fino alle sfide con Sole o Carlos….

Strada spianata quindi fino alle semifinali da Indian Wells alla prossima Miami per non parlare dei tornei del Grande Slam tenendo ben conto di quel 2% che basta per decidere poi il finale della storia. Una minima percentuale che può essere un colpo al gomito o le condizioni meteo (in Florida da domani si dovrà fare i conti con caldo ed umidità…) oppure il tipo di superficie o le palline, per non parlare del periodo di forma perché pensare che nel tennis di oggi un giocatore possa essere al 100% per 11 mesi è pura follia. Ma anche quell’ossessione dell’imbattibilità, o di arrivare al numero 1 in classifica possono entrarti nella testa e toglierti senza volerlo, quel 2%. E la frittata è fatta.

Ecco il tennis di oggi e di domani; ecco a quale spettacolo avremo la fortuna di assistere sorrisi compresi alla fine del match, che si vinca o che si perda come ci hanno insegnato Carlos e Jannick.

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Andrea Soglio