Sicurezza, che cosa prevedono i nuovi piani anti terrorismo
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Sicurezza, che cosa prevedono i nuovi piani anti terrorismo

Aumenta in Italia la sorveglianza su siti e aree considerate a rischio attentati, con 4.800 militari in strada

L'escalation dell’Isis in Libia, le minacce sul web degli jihadisti rivolte all’Italia e i flussi migratori sempre più difficili da gestire. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano durante una riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza ha fatto il punto sull’allarme terrorismo, oggi nel nostro Paese, al massimo livello.

Nel corso della riunione è stato dato il via libera al potenziamento dell'operazione Strade sicure, una delle misure previste dal decreto antiterrorismo approvato una settimana fa dal Consiglio dei ministri, che prevede l'impiego di un contingente di militari per al vigilanza su siti sensibili nelle principali città. Dai 3 mila militari impiegati attualmente, si passerà a 4.800 unità.
Il provvedimento non è stato ancora firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e le nuove norme non sono ancora in vigore.

La delicata situazione in Libia ha pesanti riflessi sull'Italia anche sul versante sbarchi oltre che sugli approvvigionamenti energetici. Sul fronte migratorio, l'impennata degli sbarchi degli ultimi giorni sta mandando in tilt il sistema di accoglienza. Ma il Governo italiano è preoccupato anche per la vicenda della motovedetta della Guardia costiera minacciata da kalashnikov davanti alle coste libiche.


Dove sarà potenziata la vigilanza

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I 4.800 i militari saranno impegnati nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili: ambasciate, aeroporti, stazioni, centri per immigrati, sgravando così di questi compiti polizia e carabinieri.

Per assicurare la massima protezione che verrà gestita sul territorio dai prefetti, sono stati stanziati 29,6 milioni di euro.

Alla riunione in Viminale hanno partecipato il viceministro, Filippo Bubbico, il Capo di gabinetto, Luciana Lamorgese, i vertici nazionali delle Forze di polizia e dei servizi di Intelligence e il Capo di Stato maggiore della Difesa, Binelli Mantelli.

La preoccupazione del Copasir

(Photo by Laura Lezza/Getty Images)Getty IMages

Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, ha lanciato nuovamente l'allarme sui jihadisti infiltrati sui barconi.

"Visto il numero elevatissimo di persone, alcune centinaia di migliaia, che sulle coste libiche aspettano di raggiungere l'Italia - ha spiegato Stucchi - il rischio, nonostante l'impegno dell'intelligence, che possibili terroristi, anche non coordinati tra loro, si nascondano sui barconi in partenza è concreto".

Quello che però continua ad essere in cima alle preoccupazioni degli apparati di sicurezza è l'attivazione dei "lupi solitari", di terroristi cresciuti in Italia, sul modello di quanto avvenuto a Parigi e nei giorni scorsi, a Copenaghen.

Il terrorismo e il web

LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty ImagesGetty Images

Più collaborazione dai colossi del web contro il terrorismo. Uno degli argomenti affrontati dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano durante il Comitato è stata proprio la collaborazione che dovrà essere rafforzata con i principali social network e delle aziende informatiche per implementare il contrasto all'uso di internet a fini terroristici e per tutelare del web come spazio di vera libertà.

Ad essere coinvolte, in particolare, Microsoft Italia, Google Italia, Facebook Italia, Ibm Italia, Gruppo HP Italia e Twitter. L’incontro che si è svolto al Viminale rientra, assieme alla riunione dello scorso 4 dicembre, nel quadro più ampio dell'iniziativa, promossa dall'Italia a margine del Consiglio europeo dei ministri dell'Interno e della Giustizia dello scorso ottobre.

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Nadia Francalacci