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Salute

La talpa ci sta portando sulla nuova strada della longevità umana

Studi sul curioso animale hanno aperto la via a nuovi studi sull'uomo per allungarci l'esistenza

Poco conosciuti da i non esperti, le cosiddette talpe senza pelo o eterocefali glabri, nella nomenclatura di Linneo, sono animali dalle strane caratteristiche. Una di queste, quella di essere i roditori più longevi al mondo, con una vita media di una trentina di anni, fino a 41 documentati, ha stuzzicato la curiosità dei ricercatori fin dall’inizio del secolo. Nel corso degli anni si è scoperto che queste talpe possiedono proteine resistenti agli stress ossidativi, che i suoi organi loro meno soggetti all’insorgenza di tumori e, soprattutto che un loro gene, denominato p16 è capace di bloccare la proliferazione di cellule cancerose.

A queste caratteristiche se ne aggiungono altre, meno rilevanti dal punto di vista della longevità ma non meno sorprendenti. La pelle della talpa senza pelo non ha recettori per neurotrasmettitori delle sensazioni dolorifiche. Quindi queste specie di talpe non sentono il dolore se vengono ferite con graffi o bruciature. Inoltre, il loro comportamento sociale è soggetto a gerarchie che potrebbero essere paragonate a quelle di insetti come le termiti, tanto da essere il soggetto di lunghi capitoli nei libri di scienziati e divulgatori molto noti, quali Richard Dawkins.

Adesso, scienziati dell’università di Rochester hanno trasferito un gene della talpa senza pelo in un topo, aumentandone la longevità. Nello specifico, come descritto nell’articolo di ricerca su Nature, questo gene era quello responsabile della sovra-espressione dell’acido ialuronico, abbondante nelle talpe senza pelo e alla radice della resistenza al cancro e capace di aumentare longevità.

I topi transgenici con il gene della talpa senza pelo (denominato nmrHas2) hanno mostrato un aumento dei livelli di acido ialuronico in diversi tessuti e una minore incidenza di cancro spontaneo e indotto, una maggiore durata di vita estesa e una minore durata delle malattie. In altri termini, una specie di roditori ha spostato per intervento umano la sua longevità verso quella delle specie più longeve dello stesso ordine.

I cambiamenti più notevoli osservati nei topi transgenici da nmrHas2 sono stati: l’attenuazione dell’infiammazione su più tessuti e attraverso diversi percorsi, tra cui un effetto immunoregolatore diretto sulle cellule immunitarie, la protezione dallo stress ossidativo e il miglioramento della funzione della barriera intestinale durante l’invecchiamento. Questi risultati dimostrano che il meccanismo di longevità che si è evoluto nella talpa senza pelo può essere esportato ad altre specie, e ciò apre nuove strade per migliorare la durata della vita e della salute umana.

Esplorare come il gene della talpa senza pelo potrebbe essere utilizzato anche per migliorare la durata della vita umana è proprio l’obiettivo dichiarato dai ricercatori su Nature. Le vie per ottenerlo, secondo i ricercatori, sono due: rallentare la degradazione dell’acido ialuronico sovra-espresso dal gene e migliorare la sua sintesi. Nel primo caso, i ricercatori hanno già trovato molecole che rallentano la degradazione dell'acido ialuronico e le stanno testando in studi preclinici. I primi risultati di questi studi potrebbero segnare un passo importante nella ricerca della longevità umana .

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Luca Sciortino