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(Ansa)
Salute

Il contributo silenzioso ma prezioso dei distributori farmaceutici

Durante la pandemia hanno permesso a ciascuno di poter trovare quello di cui avevamo bisogno contro il Covid o per la nostra salute in generale. Ma pochi lo sanno

Il lockdown causato dalla pandemia di Covid 19 ha portato alla ribalta settori fino ad oggi poco conosciuti o scarsamente considerati. Basta pensare ai "riders" che nei mesi più bui hanno sfrecciato per le strade per consegnarci vivande di ogni tipo, tenendo in qualche modo vivo il commercio. Così, malgrado li avessimo davanti agli occhi anche prima, improvvisamente si è scoperto il loro valore e quanto in certe occasioni fosse indispensabile il loro operato. Ma non di solo cibo si vive e anzi… a volte per continuare a vivere non si può fare a meno di ricorrere ai farmaci, soprattutto a quelli salvavita ma non solo.

Può capitare però che la farmacia non disponga di quello che cerchiamo. E allora? Allora il farmacista ne fa richiesta al distributore. A chi non è capitato infatti di ordinare un farmaco non disponibile e di andare a ritirarlo nel giro di poche ore? Ma cosa c'è dietro questo servizio pubblico "silenzioso" ma indispensabile per la salute dei cittadini? La distribuzione intermedia del farmaco: un settore di cui si parla poco soprattutto rispetto ai "cugini" farmacisti e ai produttori di farmaci. Ma non per questo meno importante. Anzi: più di 50 imprese tra società private, cooperative di farmacisti e multinazionali aderenti alle due sigle di rappresentanza della categoria, 17.000 occupati, oltre 160 siti logistici dislocati sul territorio, 6.000 mezzi di trasporto e dotazioni di alta tecnologia per la conservazione in sicurezza dei farmaci. Con una media di 90.000 consegne di farmaci al giorno (quasi 28 milioni all'anno), nel massimo rispetto della qualità e della tempestività del servizio, gli addetti alla distribuzione intermedia servono 19.000 farmacie dislocate su tutto il territorio nazionale, anche nelle località più remote e difficili da raggiungere.

Il Censis, il rinomato istituto di ricerca socio economica, ha fotografato il percepito degli italiani nei confronti dei distributori intermedi del farmaco e ne è emerso un quadro di tutto rispetto: per 9 italiani su 10 la possibilità di disporre sempre dei farmaci di cui necessitano nella propria farmacia, o di averli comunque entro poche ore, quando non presenti nei banconi delle farmacie, è una garanzia per la propria salute. Il 93,7% apprezza che il servizio venga assicurato anche nei comuni di piccole dimensioni, più difficili da raggiungere e, per l'82,1% il servizio puntuale e sicuro della distribuzione farmaceutica contribuirà ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi della "sanità di territorio" di cui tanto si parla. Inoltre l'84,4% della popolazione è consapevole che consegnare i farmaci in tempo utile e in sicurezza, implica un impegno considerevole in termini di professionalità e di tecnologie tra cui la conservazione nella catena del freddo di alcuni prodotti, quali ad esempio i vaccini.

Gli italiani quindi, mai come in questo momento nel quale la salute è ancora di più al centro della nostra vita, riconoscono il valore di un settore che opera nelle "retrovie" ma il cui contributo è indispensabile per la nostra salute.

Un settore però che, a detta dei suoi rappresentanti, sconta una regolamentazione che mette a rischio la sua sostenibilità. Regole particolarmente rigide e margini di redditività erosi nel corso degli anni, sono un campanello di allarme per un settore che ha investito in tecnologie e personale e dove, a pagare il prezzo più alto sono le realtà più piccole.. Ma non solo: regione che vai sanità che trovi. E qui scatta una implementazione di regole e adempimenti burocratico amministrativi che finiscono per gravare sulle imprese.

Alessandro Morra, Pres. ADF

«Il nostro settore" - commenta Alessandro Morra, Presidente di ADF – l'Associazione Distributori Farmaceutici aderenti a Confcommercio – è stato oggetto negli anni di diverse revisioni in materia di remunerazione e di regole che hanno portato ad una situazione di obiettiva difficoltà soprattutto in ottica di poter continuare ad operare con un alto standard di qualità, sicurezza e tempestività nelle consegne. Quello che oggi chiediamo è di partecipare da protagonisti nel dibattito pubblico sul futuro della filiera in generale e della distribuzione farmaceutica in particolare. In uno scenario in continua evoluzione è fondamentale pensare di rivedere le regole attraverso interventi legislativi in grado di garantire la sostenibilità economica del settore a vantaggio della salute pubblica».

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