Renzi «osservato speciale» del Quirinale
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Renzi «osservato speciale» del Quirinale

Il premier a rapporto a Castelporziano da Napolitano che avrebbe chiesto chiarimenti sull'economia

L’Italia non sarà «un osservato speciale» dell’Europa. Ma certamente Matteo Renzi è «un osservato speciale» del Quirinale. Non che Giorgio Napolitano gli abbia fatto venir meno il suo apporto. Anzi, eserciterà fino in fondo la sua alta e influente moral suasion nelle cancellerie europee e se serve anche oltreoceano, dove il capo dello Stato gode di una vasta rete di solidi rapporti, per spegnere i fuochi dell’allarmismo dell’estate nera del premier e dell’Italia.

Ma probabilmente Renzi quando nel febbraio scorso arrivò anche a alzare la voce con il presidente quasi novantenne per la formazione del suo governo non avrebbe mai immaginato di doversi precipitare nella tenuta presidenziale di Castelporziano all’antivigilia di Ferragosto per rendere conto a Napolitano di cosa intende fare per uscire dall’ «infernale» (copyright Renato Brunetta) impasse dell’Italia, messa sotto schiaffo dalla Bce, da tutti gli indicatori economici, dalle agenzie di rating, dalla stampa internazionale, al punto di ricordare la drammatica estate del governo Berlusconi nel 2011.

Parlare di commissariamento di Renzi da parte del Colle forse è troppo. Ma non c’è dubbio che il premier d’ora in poi avrà bisogno del «tutor» Napolitano. Un «tutor» richiesto sembra dallo stesso Renzi che ora più che mai necessita della protezione del presidente soprattutto in Europa dove è atteso alla prova del mancato sforamento del 3 per cento nel rapporto tra defitic e Pil.

Napolitano, secondo gossip dei palazzi della politica, non avrebbe molto gradito l’uscita a muso duro del premier nei confronti del presidente della Bce che con un forte monito aveva invocato per le riforme strutturali la necessità di «cessioni di sovranità». Chissà che non ci sia lo zampino di «Re Giorgio» dietro l’incontro privato tra Renzi e Draghi martedì scorso nella residenza umbra di Città della Pieve del presidente della Bce.

Comunque il fatto che Renzi sia «andato a rapporto» da Napolitano, come, alla vigilia del lungo vertice durato oltre tre ore aveva scritto anche «La Repubblica», giornale amico del premier, lo confermano le parole stesse dell’algida e stringata nota quirinalizia. Che afferma: il premier «ha riferito delle decisioni del governo sull’economia», oltre che della situazione internazionale e delle riforme istituzionali.

In sostanza, Napolitano avrebbe detto a Renzi: spiegami cosa pensi di fare e solo così io potrò aiutarti. Evidente che non basta lo scalpo della riforma del Senato approvata in prima lettura da Palazzo Madama, anche se cosa ben gradita, a rassicurare l’inquilino del Colle. L’autunno e il rischio di una manovra correttiva di ben 30 miliardi, come si vocifera nel Palazzo, è dietro l’angolo. E il ruolo centrale di Silvio Berlusconi e Forza Italia, che potrebbero approvare, come dice a incontro in corso Brunetta, misure «utili alla salvezza del paese» pure. «Ragazzo» (come secondo i gossip del Transatlantico Napolitano nei conversari privati chiamerebbe Renzi) datti una mossa. Ma non solo a parole, parole…

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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