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Politica

Viaggio nella Roma che non vota

Due elettori su tre nella Capitale hanno disertato le urne alle Regionali. Perché? Disaffezione e

Alle regionali del Lazio due romani su tre non hanno votato. La Capitale, centro della politica italiana, da sempre, gira le spalle alla politica con un nuovo record di astensionismo. Percentuali sconfortanti che mostrano lo scarso interesse dei cittadini per la politica crescere di anno in anno. Una questione che abbiamo affrontato in un viaggio nella Roma del Non Voto.
«Io non ho votato, e visto come stanno andando le cose da 20 anni a questa parte e soprattutto come viene gestito e orientato il voto, forse è meglio che nessuno lo faccia. Ben venga l’astensionismo di cui sono un assertore da anni perché bisogna far crollare un po’ la democrazia per far mettere in discussione una classe dirigente ridicola».

È questa la risposta di un operatore sanitario a cui abbiamo chiesto se avesse votato, stesso commento deluso di un operaio che abbiamo incontrato in strada: «Non capisco nulla di politica non sapevo nemmeno chi fossero i candidati. Nessuno mi ha spiegato perché avrei dovuto votare uno o l’altro, mi hanno solo riempito di nomi mai sentiti, così non sono andato. Tanto è solo una perdita di tempo». Ma anche chi lavora nella pubblica amministrazione ha saltato il giro: «La politica è una cosa che non mi interessa e non mi cambia la vita. Io devo lavorare non ho tempo da perdere a sentire discussioni che non capisco. Lo stipendio che prendo è sempre lo stesso se mi ammalo devo pagare se voglio curarmi bene. Dovrei dare la mia fiducia a chi mi cerca solo quando si vota: No, grazie»-commenta questa dipendente e mamma di due bambini.

Critiche su critiche che danno un’idea chiara dello stato d’animo che ha allontanato i cittadini dal voto. «Ah per favore, non mi chieda perché non ho votato perché è un discorso troppo lungo posso solo dirle che mi fanno tutti schifo»-risponde un’altra signora arrabbiata in strada, mentre un ragazzo ci ha risposto: «Nelle periferie vengono solo quando si vota poi si dimenticano perfino la strada per arrivarci. Siamo abbandonati. Io mi vergogno di votare. Decidessero gli altri non me la prendo più questa responsabilità». Stessa delusione che proviene anche da chi rappresenta le forze dell’ordine: «Io forse avrò votato due volte in vita mia, tanto il voto non cambia nulla. La gente è stanca-commenta un carabiniere-tutti promettono e poi non mantengono. Forse sbaglio ma in Italia abbiamo perso ogni speranza».

Poi c’è addirittura chi non sapeva che si votasse: «Non ho fatto in tempo. Si votava quando? E chi erano i candidati?»-afferma sorpreso un uomo in un bar. Ma tra questi c’è anche chi fa finta di votare. «Io avevo un nome che mi era stato dato dal mio datore di lavoro ed ho fatto finta di votare altrimenti si arrabbiava ma non sono andato, non ho nemmeno la tessera elettorale»-ci racconta un impiegato di un ufficio. Infine entriamo in un bar e la proprietaria ci tira fuori dalla tasca un mazzo di bigliettini di alcuni candidati strappandoli: «Ogni giorno me ne hanno portato uno. Ma non so nemmeno chi siano. Io non accendo i riscaldamenti di casa perché non ho soldi per pagare le bollette, pensa che votando uno di loro, dopo cambi qualcosa per me?-ci racconta arrabbiata la barista- preferisco pregare Padre Pio perché è più facile che faccia lui un miracolo che questi facciano qualcosa per noi poveracci. Io non voterò mai più e voi giornalisti dovreste raccontare il motivo».

C'è chi non vota anche per motivi religiosi: «Noi non abbiamo votato perché siamo testimoni di Geova - ci spiega una donna che passeggiava con la suocera - e non riconosciamo la politica, la consideriamo uno strumento di potere che non fa parte del nostro Regno ma rispettiamo tutte le leggi dello Stato». Infine abbiamo trovato una signora che addirittura ha confessato di aver dato alle fiamme i bigliettini con i nomi dei candidati: « Non ho votato perché non credo più a nessun politico sono tutti uguali. Il mio vicino ad esempio non mi ha mai salutato ma da quando è cominciata la campagna elettorale è diventato gentile e mi ha portato a casa dei bigliettini con il nome di un candidato chiedendomi di votarlo, ma ho deciso di buttarli nel caminetto».

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Linda Di Benedetto