Provenzano
(Ansa)
Politica

Provenzano ci spiega la patrimoniale sulla successione: «non è un merito ereditare»

Nel giorno delle polemiche per la frase di Berlusconi su Mattarella è passata sotto silenzio l'uscita del dirigente del Pd che fa la solita morale ai ricchi

Questa campagna elettorale, come tutte, offre giornate più o meno ricche. Questa è stata una di quelle difficile da riassumere per un cronista di politica. A leggere siti e ad ascoltare i notiziari tutto ruota attorno ad una dichiarazione di Silvio Berlusconi secondo cui “se dovesse passare il Presidenzialismo Mattarella dovrebbe dimettersi»; una vera e propria bomba sganciata alle 8 del mattino che ha dato immediato fiato alle trombe di Letta, Conte e Calenda, tutti uniti nell’affermare: “ecco, avete visto, la destra vuole attaccare la Costituzione, persino il Presidente della Repubblica». A furia di lanciare l’allarme colpo-di-stato abbiamo pensato di vedere davanti al Quirinale Antonio Tajani con il cappello con le corna come il famoso Sciamano nell’assalto al Campidoglio. Nulla di tutto questo.

Berlusconi, che ha capito il clamoroso assist fatto agli avversari, ha poi chiarito il suo pensiero, ma ormai il tam tam mediatico aveva preso il sopravvento. E così oggi, invece che discutere del programma di centrodestra presentato ieri, l’unico al momento a disposizione degli elettori (e ci vorranno ancora giorni per leggere quelli delle altre coalizioni) è stato il giorno del Salviamo il Quirinale.

Un vociare capace di far passare in secondo piano, per non dire sotto silenzio, una frase pronunciata in una trasmissione tv da Giuseppe Provenzano, il Vice di Enrico Letta nel Partito Democratico. Riguardo alla famosa proposta di una patrimoniale sui redditi alti da destinare ai giovani Provenzano l’ha così motivata: «Non c’è nessun merito nell’ereditare grandi ricchezze» (testuale, ma se non ci credete la potete ascoltare a questo link YouTube, minuto 14: https://www.youtube.com/watch?v=xwcyf9PI0aI). Una frase che da sola racchiude il peggio della vecchia, superata, cultura comunista. Andiamo ad analizzarla con cura.

Innanzitutto si parla di tassa di successione, si entra quindi nell’ambito della famiglia, dei rapporti personali tra genitori e figli, anche nei suoi aspetti economici. Come si permette Provenzano di parlare di «merito» riguardo ad una successione? Come si permette di giudicare una cosa che padri, madri e figli gestiscono e decidono sulle tavole delle loro case?

In più, di meriti, ce ne sono. A quintali. Un grande patrimonio non è quasi mai frutto del caso; non è superenalotto e soprattutto non è un furto, non è rubato. Un grande patrimonio molto spesso è merito del lavoro, di un’idea, del coraggio di un imprenditore e della sua famiglia. Imprenditori che saranno anche ricchi, ricchissimi, ma che per essere tali hanno creato lavoro, dando sicurezza economica a tante famiglie, nel caso di alcuni Paperon de Paperoni parliamo di migliaia di famiglie. Quindi meriti ce ne sono, nel creare certi patrimoni e nel cederli ai propri cari.

Avremmo compreso una spiegazione del tipo: Chi è ricchissimo può tranquillamente rinunciare ad una piccola somma per aiutare chi è meno fortunato, in questo periodo molto difficile. Si chiama solidarietà e ci starebbe anche. Ma Provenzano di questo non parla.

La patrimoniale è una punizione perché sei ricco, sei imprenditore e devi pagare dal punto di viste economico e morale. Con quel retrogusto di invidia che davvero, nel 2022, non ha proprio ragione di esistere.

Il momento è davvero complesso e l’autunno si prospetta difficile. Il mondo è cambiato, dal Covid alla guerra in Ucraina. È triste vedere che invece certi retaggi della vecchia cultura comunista non moriranno mai; alla faccia del cammino progressista del Partito Democratico.

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Andrea Soglio