Pd: candidati primarie
ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Tra Primarie e Sardegna il PD spaccia sconfitte per vittorie

Alla vigilia del voto nei gazebo fanno pensare alcune dichiarazioni (da perdenti) dei principali esponenti del Pd

In attesa delle primariePd indette per il 3 marzo per cercare di eleggere il nuovo segretario fanno davvero pensare alcune, recenti, dichiarazioni di esponenti del Partito Democratico legate appunto alla chiamata ai gazebo dei suoi elettori ma anche al post elezioni regionali in Sardegna. Dichiarazioni con cui si cerca di trasformare una sconfitta in un successo. Ma andiamo con ordine.

Un milione alle Primarie

"Ci aspettiamo un milione di votanti, forse più" è la frase che i tre candidati (Giachetti, Zingaretti e Martina ma anche altri uomini del vertice del Pd come Gentiloni) hanno ripetuto in queste ore parlando di "grande coinvolgimento popolare", decisamente "superiore ai 70 mila votanti della piattaforma Rousseau". Ecco quindi stabilita la quota per cui domenica sera politicamente il Pd parlerà di successo delle primarie: 1 milione.

In realtà se così fosse ci sarebbe poco da stare allegri. Lo dicono i dati delle altre primarie dal 2004 al 2017.

Nella prima edizione ai gazebo affuirono 4 milioni e mezzo di persone. Fu un successo indiscutibile. Poi, con il passare delle votazioni, il calo, lento ma costante fino al  milione ed 800mila delle ultime primarie, quelle del 2017. 

Come si fa oggi a dire che passare da 1 milioni ed 800 mila ad un milione (con una riduzione del 40%) sia un successo? Sono i numeri di una sconfitta e pure pesante. 

Il post Sardegna

C'è poi la Sardegna. Nel post elezioni, lasciando perdere le dichiarazioni che parlavano di un "testa a testa" dopo gli exit poll (finito poi 48 a 32 per il centrodestra), diversi esponenti del Pd ed autorevoli commentatori hanno parlato di successo del Partito Democratico che "ha tenuto" ed "è il primo partito della Regione". Non sono poi mancati quelli che hanno parlato di "risultato positivo perché Salvini non ha sfondato".

Appunto. Premesso che in Italia, si sa, alle elezioni vincono tutti e nessuno perde e ammesso che ognuno può dire quello che vuole, questi commenti sembrano davvero delle battute da cabaret. La verità è che in Sardegna il Pd ha perso un'altra regione ed ha chiuso con la sua coalizione a 15 punti dal centrodestra; inoltre, rispetto alle politiche del 2018 il partito è calato ancora passando dal 14,8% al 13%. 

Queste le verità dei numeri. Che non mentono.

A leggere tutto questo, la sensazione è che il Pd sia ormai un partito che ragioni da "perdente" ed i suoi componenti sembrano allenatori di squadre di calcio che non vinceranno mai ma si accontentano o di qualche pareggio o delle sconfitte (quando ci sono) di chi vince sempre. Un atteggiamento che di sicuro non potrà portare alla rinascita di una sinistra valida e credibile. Per farlo serve chiarezza, lucidità ed il coraggio di raccontare la verità. A se stessi ma soprattutto agli elettori.

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