Il semestre a guida italiana della Ue secondo Matteo Renzi
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Il semestre a guida italiana della Ue secondo Matteo Renzi

Crescita, immigrazione, deficit, moneta, riforme: le linee guida del nostro Paese nel discorso del premier alla Camera

Stretto tra i ministri della Difesa e degli Esteri, Roberta Pinotti e Federica Mogherini, in un emiciclo abbastanza pieno, Matteo Renzi ha indicato stamane le linee guida del nostro Paese in Europa in vista del consiglio europeo di Ypres previsto per il 26 e 27 giugno e del semestre a guida italiana che inizierà il 1° luglio. Un discorso giocato all'attacco, ma senza strappi, nel quale il premier ha parlato della necessità che l'Italia si presenti in Europa più consapevole, non solo delle proprie qualità ma anche dei compiti  che attendono tutti, noi italiani certamente ma anche gli Stati forti dell'Unione, che «non possono voltarsi dall'altra parte quando accadono tragedie come quelle di Lampedusa» oppure continuare a parlare di stabilità senza pensare anche a politiche espansive che possano invertire la spirale recessiva. «Porteremo la voce dell'Italia in Ue» ha dichiarato, con uno sguardo al prossimo semestre a guidata taliana. 

CAMBIO DI MARCIA IN UE
«La sfida dell’Italia che guida il semestre, forte e serena, come diceva il leader socialista di un altro grande Paese, è per un’Europa che sia nelle condizioni di investire nella politica. Oggi l’Italia ha la responsabilità di prendere la moneta e dire che non vogliamo inganni: rispettiamo le regole e vogliamo che le rispettino gli altri. Ma o l’Europa cambia direzione di marcia o non esiste possibilità di sviluppo e crescita»

COMPITI A CASA
«Dobbiamo varare un pacchetto di riforme, con il quale l’Italia può presentarsi al semestre a guida Ue. Indichiamo un arco di tempo sufficiente, un periodo di mille giorni: dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017 per realizzarlo»

RISPETTEREMO LE REGOLE MA...
«Abbiamo sempre detto che rispettiamo le regole. Non è in discussione: l’abbiamo sempre rispettate e continueremo a farlo ma c’è modo e modo di affrontare le regole. Noi non chiediamo violare la regola 3%, a differenza di quello che fece la Germania in passato. Ma vogliamo smettere  che dall’Europa arrivi un elenco di raccomandazioni che siano come una lista spesa che capita fra capo e collo»

IMMIGRAZIONE: L'EUROPA FACCIA LA SUA PARTE
«Quando in mare ci sono i cadaveri e volta le spalle dall’altra parte, l’Europa non è degna di chiamarsi Europa di civiltà. Un’Europa che racconta tutto, nel dettaglio, di come si pesca il tonno, ma poi quando nel mare ci sono i cadaveri si volta dall’altra parte, questa Europa non è degna. Se di fronte alle tragedie dell’immigrazione dobbiamo sentirci dire “questo problema non ci riguarda”, allora tenetevi la vostra moneta ma lasciateci i nostri valori».

POLTRONE EUROPEE
 «Il voto europeo, e spero che ci sia occasione di discuterne giovedì a Yipres al Consiglio europeo, è un voto che dovrebbe fare riflettere molto di più della semplice indicazione di un presidente: chi immagina che il gap di democraticità si colma semplicemente indicando Juncker vive su Marte»

CRESCITA E STABILITA'
«L’Italia è uscita dalla depressione economica, ma non dalla crisi. Uscirà dalla crisi se tutti insieme andremo nella stessa direzione. Viola il trattato chi parla solo di stabilità, non chi parla di crescita. Non c’è possibile stabilità senza crescita. Senza crescita c’è l’immobilismo»

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