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(Ansa)
Politica

I magistrati fanno politica invece dell'unica cosa che serve davvero: una giustizia che funzioni

Le ennesime polemiche tra politica e magistratura hanno stufato i cittadini che chiedono e meritano una cosa ben diversa

Dopo che da ieri siamo nel pieno dell’ennesimo braccio di ferro tra politica e magistratura stamane ho fatto una ricerca nell’archivio storico di Panorama. Il primo pezzo che tratta la questione è del 1987 e a leggerlo si scopre (a parte cambiare i nomi dei protagonisti di allora su entrambi gli schieramenti) quanto sia attuale. Quindi il messaggio che arriva dal profondo del cuore è semplice: basta, smettetela.

Lo sappiamo, gli italiani lo sanno benissimo che c’è una parte della magistratura che fa politica stando fuori dal palazzo. Sono decenni che la cosa è evidente; da Tangentopoli ad oggi ce n’è per tutti i gusti: inchieste contro presidenti del Consiglio, ministri, familiari al momento giusto, iscrizioni nel registro degli indagati arrivate casualmente a certe redazioni prima che all’indagato stesso, così, giusto per fare un po’ di rumore. Quindi la cosa non ci stupisce, ci stanca soltanto.

La Costituzione stabilisce che il nostro Paese sia basato sull’equilibrio tra tre poteri: esecutivo (Governo), legislativo (Parlamento) e giudiziario (magistratura). Un equilibrio dove ognuno ha il 33,3% delle azioni di una società ma dove, è nella natura delle cose, c’è sempre chi vuole anche fosse solo un briciolo di più, il 34% o 35%. Quello che però non va bene è che Parlamento e Governo sono di fatto rappresentazione della volontà democratica e popolare attraverso il voto mentre la magistratura è una corporazione a se, senza legami diretti con i cittadini e che, unica, si giudica da sola. Questa è l’anomalia, la stranezza.

Ma, davvero, non se ne può più di queste polemiche inutili. Inutili poi per due motivi. Il primo è che la soluzione è a portata di mano: si faccia una seria riforma della giustizia che metta fine a questo equivoco e malessere interno al nostro ordinamento. Sarebbe quindi il caso che, oltre a denunciare i tentativi di «golpe» delle toghe, chi è al governo ed in Parlamento si applichi sul tema.

C’è poi un’altra cosa che stride in tutto questo. La gente non ne può più di vedere che la magistratura si occupi di mali «esterni» al proprio settore di impiego mentre la giustizia italiana ha problemi strutturali enormi. Ad oggi, ad esempio, in alcuni tribunali si stanno discutendo ricorsi presentati 6 o 7 anni fa. È giustizia quella che tiene in attesa persone e vite per così tanto tempo? È degno di un paese civile tutto questo?

Gli italiani, noi, meritiamo di più, per primo dai magistrati. È l’unica cosa che interessa davvero.

Le dispute tra poteri ci hanno stancato.

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Andrea Soglio