migranti sea watch
(Ansa)
Politica

Il vero volto sui migranti della Germania che paga le Ong nella debolezza della Ue

Berlino ribadisce che non si prenderà i migranti di Lampedusa ed annuncia finanziamenti alle navi in giro per il Mediterraneo e destinate ai nostri porti

Nella settimana in cui in Italia ed in Europa il tema principale di discussione politica (e non solo) è stata la questione migranti da Berlino arriva un «uno-due» contro l’Italia che rischia di metterci al tappeto. Ha cominciato il ministro dell’Interno, Nancy Faeser, ricordando quanto già dichiarato lunedì sullo stop all’accoglienza dei migranti sbarcati a Lampedusa: «Aspettiamo che Roma venga di nuovo incontro a noi per adempiere ai suoi impegni». Linguaggio burocratese con il quale la Germania ribadisce la sua posizione di chiusura ad ogni redistribuzione. Ma non bastava. Poche ore dopo ecco il secondo colpo, dal punto di vista politico e di immagine forse ancora più violento. Il portavoce del ministro degli esteri tedesco annunciava che «è imminente da parte del governo un finanziamento da centinaia di migliaia di euro per un progetto di assistenza per una Ong che opera salvataggi in mare…». Ovviamente il nome della Ong è misterioso ma non si può non pensare alla Sea-Watch di cui fa parte la famosa omonima nave comandata da Carola Rackete, quella che sfidò il blocco imposto dall’allora ministro dell’interno Salvini e che entrò con la forza speronando una motovedetta della Guardia di finanza pur di far sbarcare le centinaia di migranti a bordo.

Senza scomodare analisi sul perché la Germania ce l’abbia tanto con noi (soprattutto da un anno in cui il nostro pil cresce più del loro) quello che resta da questa giornata è che dietro le parole al vento ascoltate a Bruxelles e dai vari rappresentanti europei sulla collaborazione per trovare una soluzione ad un tema così complesso (lo ha auspicato anche ieri in maniera dura il Presidente della Repubblica Mattarella, proprio nel corso della visita del suo omologo tedesco, Steinmeier) i fatti dimostrano ancora due cose:

la prima è che siamo sempre soli, anzi, nemmeno più soltanto soli. Oggi siamo anche circondati. Austria e Francia schierano l’esercito ai confini con l’Italia e la Germania chiude agli ingressi. La seconda è che l’Europa non esiste, almeno politicamente, almeno questa Europa.

Non sappiamo se sia peggio la prima questione o la seconda soprattutto oggi con Bruxelles alle prese anche con i primi scricchiolii sull’assistenza all’Ucraina dopo l’invasione russa. Alle prese con i voltafaccia di diversi paesi, come Spagna e Svezia, sull’auto green e l’ambiente. Alle prese con tutte le sue contraddizioni strutturali che in decenni non sono mai state analizzate ed affrontate.

Se n’è accorto anche l’alto rappresentante per la politica estera di Bruxelles, Josep Borrell: «la migrazione è una frattura più grande per l'Unione Europea. E potrebbe essere una forza dissolvente per l'Unione Europea».

Per una volta siamo d’accordo con lui.

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Andrea Soglio