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(Ansa)
Politica

Al G20 italiano perdono solo i gufi dell'isolamento internazionale della Meloni

«Italia protagonista di questo G20 e siamo attore internazionale fondamentale» ha detto il Presidente del Consiglio alla chiusura del vertice a Bali

«L’Italia è stata protagonista di questo G20; attorno a noi c’era molta attenzione, molta curiosità per questa partecipazione del nuovo governo. Abbiamo dato l’idea di un governo solido, stabile e questo rende più facile e più interessante immaginare l’Italia come un attore fondamentale nelle relazioni internazionali e con cui ci si deve relazionare».

L' Italia e soprattutto Giorgia Meloni ed il suo governo stanno rientrando da Bali con un bel carico di positività, considerazione politica internazionale e credibilità forse addirittura inattesi alla vigilia e che comunque mettono a tacere quella narrazione secondo la quale l'esecutivo della «destra» sarebbe stato isolato nello scacchiere globale.

«Abbiamo avuto di recente troppi governi di brevi orizzonti, incapaci per questo di avere una visione, così siamo stati costretti a rincorrere le emergenze. Questo esecutivo dovrà avere l’ambizione di dover ragionare di strategia, a cominciare dal rapporto con l’Asia. Nel prossimo decennio rappresenterà il 30% del pin mondiale ed il 60% del mercato. Dialogare ed avere una presenza attiva italiana è quindi fondamentale; lo stesso dicasi per quello che riguarda lo scacchiere del Mediterraneo. Parlare ad esempio con la Turchia di energia e migranti è fondamentale».

Credibilità internazionale, con un occhio speciale all'est per cercare quello che è stato forse il risultato principale di questo G20, di mettere fine al presunto conflitto tra occidente ed est del mondo. La dichiarazione conclusiva, sottoscritta da tutti i paesi compreso di una condanna scritta ed unanime dell'aggressione russa in Ucraina, è da questo punto di vista un passaggio centrale, forse il vero grande successo di questa due giorni di lavori che secondo molti era destinata ad un fallimento certo.

Guardare ad est, quindi, ma molti attendevano con ansia il primo faccia a faccia con gli Stati Uniti, con Joe Biden dove sono state messe a tacere tutti gli equivoci sulla posizione atlantica dell'Italia.

«C’è stato un incontro cordiale con il presidente Biden. Gli Stati Uniti apprezzano la coerenza e l’impegno italiano nel caso dell’Ucraina e Biden ha comunicato di voler incrementare i rapporti tra Italia e Stati Uniti al contrario da quello che più volte si è detto negli ultimi mesi. C’è l’apertura per aumentare la fornitura di gas anche se resta aperta la questione del prezzo sul quale c’è la disponibilità a trattare con l’Europa per calmierarlo».

Non poteva mancare un riferimento alla vicenda dei missili sulla Polonia che ha interrotto il sonno dei leader presenti a cui è seguita la convocazione di un G7 di emergenza sul tema.

«Su quanto accaduto ieri abbiamo espresso la nostra solidarietà al premier polacco con cui ho parlato all’alba. Al netto del fatto che il missile caduto possa essere dell’antiaerea ucraina questo non cambia di tanto le cose: la Russia sta sistematicamente distruggendo infrastrutture civili ucraine, infrangendo tutte le regole del diritto internazionale. Il fatto che gli attacchi al confine possano interessare la Polonia è un rischio che i russi conoscono bene e che hanno reputato di poter correre e quindi la responsabilità di quanto accaduto ieri è tutta russa. Abbiamo ribadito che la soluzione per quanto sta accadendo in ucraina non può prescindere dalla volontà del paese aggredito; e su questo siamo tutti d’accordo. Speriamo di trovare un accordo con Zelensky per trovare delle soluzioni ed uscire da questa situazione il prima possibile».

Infine non poteva mancare in conferenza stampa una domanda sul rapporto con la Francia dopo le polemiche sulla questione dei migranti.

«Con Macron non c’è stato modo per approfondire le vicende dei migranti. Ci siamo concentrati sugli incontri con altre nazioni non europee. Ne ho parlato con il Presidente Michel, durante un caffè, spiegando che c’è la necessità di riparlare del tema nella sede opportuna che è l’Europa».

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Andrea Soglio