Landini
(Ansa)
Politica

Il disco rotto della Cgil e dello sciopero ad ogni manovra «di destra»

Continua il muro Governo-sindacati sul 17 novembre. Una sfida che sembra avere un unico scopo: ridare visibilità a Landini ed i suoi a corto di iscritti

La questione dello sciopero di venerdì continua ad infiammare il mondo politico e non solo. Oggi il muro contro muro è proseguito, come da copione. Salvini ieri ha minacciato la presentazione ed oggi ha invitato i sindacati al ministero per trovare una soluzione, un modo per salvaguardare il diritto allo sciopero (non in discussione) con il rispetto delle regole come richiesto non dal governo ma dal Garante.

Fin dalla prima mattina Landini e (meno) Bombardieri hanno tempestato radio, agenzie e tv per raccontare che il Garante è politicamente schierato con il governo, che il sindacato ha rispettato ogni norma e che è tutta una manovra per cercare di limitare i poteri democratici per concludere con il solito slogan contro il regime fascista.

Dall’altra parte Salvini ed il resto del governo tengono il punto, forti proprio delle notazioni del Garante, ricordiamolo, ente esterno, terzo, non sotto controllo dell’esecutivo.

La sensazione, vista da fuori con freddezza e distacco, è che la CGIL sta cercando un po’ di quella visibilità e prestigio persi da tempo. È del tutto naturale e nel gioco delle parti che il principale sindacato di sinistra contesti la manovra di destra; l’avrebbero fatto a prescindere con o senza ragioni, per partito preso. E il conseguente sciopero o agitazione è un classico: «la legge di bilancio «colpisce i più poveri e accresce la precarietà; «premia gli evasori e con la flat tax aumenta l’iniquità del sistema fiscale. Nei prossimi giorni proporremo queste valutazioni a Cisl e Uil. Considereremo tutte le iniziative necessarie a sostegno delle nostre richieste per apportare i cambiamenti necessari». Queste frasi di Landini non sono di oggi, ma esattamente di 12 mesi fa; una sorta di copia incolla bello pronto da estrarre dal cassetto anche il prossimo autunno.

Landini alza la voce forse nell’unico mese in cui sa bene di poter avere in mano un microfono, un motivo plausibile (la manovra) per dare ai suoi iscritti un segno di vita. ecco, gli iscritti.

Il numero degli iscritti ai tre principali sindacati italiani è il quarto segreto di Fatima, una cifra tenuta nascosta e, nel caso, non verificata e verificabile. Di sicuro si sa che sono in calo, costante da anni, e che una bella fetta, variabile tra il 30 ed il 40%, non è costituita da lavoratori ma da pensionati.

Non sappiamo oggi cosa succederà venerdì, che tipo di problemi e blocchi si troveranno a dover gestire gli italiani, vittime incolpevoli anche in questa situazione. Ci pensi la CGIL, è davvero il caso di urlare tanto e disturbare così la gente che di problemi ne ha già a sufficienza?

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Andrea Soglio