La bella storia di un pediatra e di un carcere
A Pavia i reclusi si sono improvvisati cuochi, imbianchini, pittori e poeti per aiutare i piccoli degenti del reparto di Chirurgia pediatrica del Policlinico San Matteo. Ne è nato un libro scritto dal chirurgo Gloria Pellizzo
Che cosa può unire tra loro due mondi diversi come un reparto di chirurgia pediatrica e un carcere? A parte forse la sofferenza, uno penserebbe che non ci sia alcuna possibilità di contatto. E invece a volte accade un miracolo. Com’è successo a Pavia, dove un gruppo di reclusi della casa circondariale si sono improvvisati cuochi, imbianchini, pittori e poeti per aiutare i piccoli degenti del reparto di Chirurgia pediatrica del Policlinico San Matteo (e i loro genitori).
È accaduto davvero, nell’Italia troppe volte indifferente alla situazione carceraria. E a raccontare il miracolo è adeso un saggio, intitolato «Oltre la cura, oltre le mura» (editore Cantagalli 2013 - 188 pagine – 16 euro), scritto da Gloria Pellizzo, direttore della struttura complessa di Chirurgia pedriatica del San Matteo, e da Valeria Calcaterra, dirigente medico dell’ospedale.
I reclusi hanno lavorato nel reparto di chirurgia pediatrica per renderlo più accettabile e accogliente ai bambini, a volte piccolissimi, ricoverati a volte per lunghi periodi. I carcerati attraverso il volontariato hanno ristrutturato ogni stanza del reparto, hanno trasportato e montato mobili, ridipinto pareti... Altri ancora preparano biscotti firmati da Sadler poi venduti per finanziare i lavori del reparto. Due mondi diversi quelli dei bambini che vivono l'isolamento e l'estranietà dell'ospedale e i carcerati che cercano di abbattere l'emarginazione della società ma sempre di solitudine si tratta. Nel libro ci sono lettere delle mamme, degli stessi bambini e poesie e pensieri dei detenuti.