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Papa Francesco: "Sì al battesimo ai trans e i gay possono fare i padrini", ma a queste condizioni

Una persona transessuale può ricevere il battesimo? E fare il padrino o la madrina? Una persona omosessuale e che convive può essere padrino di un battezzato? Ecco le risposte e le condizioni del Dicastero della Dottrina della fede pubblicate sul sito del vaticano e approvate da Papa Francesco

Una persona transgender può essere battezzata? E il figlio di una coppia omosessuale nato con maternità surrogata?

Sono state pubblicate sul sito del vaticano del Dicastero della Dottrina della fede le risposte alle domande inviate a luglio da un vescovo brasiliano, José Negri di Santo Amaro (Brasile), firmate dal cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto dell'ex Sant'Uffizio, e approvate da Papa Francesco.

Fin dall'inizio del suo pontificatoPapa Francesco si è sempre impegnato a smontare le cosiddette "dogane pastorali", e lo aveva addirittura ripetuto il 3 agosto a Lisbona ai giovani della Gmg: "Amici, vorrei essere chiaro con voi: nella Chiesa c’è spazio per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo. Tutti, tutti, tutti!", ma la Chiesa Cattolica non aveva mai messo nero su bianco tali aperture in modo così esplicito.

Così ora, sul sito del vaticano del Dicastero della Dottrina della fede, ecco che arrivano le risposte alle domande del vescovo José Negri di Santo Amaro, approvate e controfirmate dal Papa: una persona transgender «che si fosse anche sottoposta a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso», si legge, «può essere battezzata alle medesime condizioni degli altri fedeli», a meno che «non vi siano situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli».

Anche «nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, questi possono ricevere il battesimo». Nel documento del Dicastero si ricordano le parole di Francesco: «Nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi. Questo vale soprattutto quando si tratta di quel sacramento che è “la porta”, il Battesimo. La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa».

Il vescovo brasiliano aveva anche chiesto: «Due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato, e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l’utero in affitto?». La riposta risulta imprescindibile: «Perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica». Condizione che vale per tutti.

Una persona transgender può essere anche padrino o madrina di battesimo, ma solo a determinate condizioni: «Non costituendo tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo».

Inoltre, «non c’è nulla nella vigente legislazione canonica universale che proibisca ad una persona transgender di essere testimone di un matrimonio». Lo stesso vale per una persona omosessuale, anche se convive «more uxorio» e quindi secondo il costume (mōre) matrimoniale (uxōrio). L’unica riserva è sulla possibilità di fare da padrini o madrine a un battesimo: se «conviventi», la situazione deve essere «saggiamente ponderata».

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Chiara De Zuani