Panico al tg1, se arriva Orfeo finisce la pacchia
L'ex direttore del tg2 vieterebbe ai giornalisti di «arrotondare» moderando dibattiti e manifestazioni
C'è molto nervosismo al tg1. Soprattutto tra giornalisti e conduttori che presentando allegramente eventi, manifestazioni, dibattiti, arrotondando parecchio lo stipendio. Sono inquieti perché l'annunciato arrivo dell'attuale direttore del Messaggero Mario Orfeo alla guida del tg1 metterebbe fine alle distrazioni esterne. Quando regnava al tg2 Orfeo si distinse infatti per il pugno di ferro, con tanto di appello stile maestrina dalla penna rossa al mattino. In realtà non è così certo che il pupillo del leader Udc Pierferdinando Casini, approdi al tg della rete ammiraglia. E non solo perché Casini ha già un altro cavallo, Marcello Masi, piazzato al tg2. Di sicuro per ora c'è solo che c'è il direttore generale Luigi Gubitosi ha fatto capire all'attuale direttore del tg1, il pensionato Alberto Maccari e al capo di Raiuno Mauro Mazza che sono proprio arrivati al capolinea.
Oltre che di Orfeo il totonomine relativo agli esterni però vuole in lizza anche il direttore della Stampa Mario Calabresi e il direttore dell'Ansa Luigi Contu. Ma, sebbene abbia fissato lo stipendio dei direttori a circa 300mila euro, Gubitosi potrebbe essere anche in imbarazzo a nominare un esterno in tempi di crisi. E quindi c'è anche una rosa interna: annovera il direttore del gr Antonio Preziosi, molto gradito anche al Vaticano, il corrispondente da Londra Antonio Caprarica (vanta buoni rapporti sia con Bersani che con Berlusconi) e Antonio Di Bella, direttore di Raitre che non dispiace neanche a Berlusconi. Il Presidente Giorgio Napolitano sta spingendo Calabresi verso il tg1 ma lui starebbe resistendo: un po' perchè mira al Corriere della Sera un po' per il magro stipendio, un po' perché pretenderebbe comprensibili rassicurazioni sul futuro. Non ci sta a fare il direttore solo fino ad aprile quando il risultato delle elezioni potrebbe ribaltare tutto. Non è escluso che però che alla fine Gubitosi tiri fuori dal cilindro un nome a sorpresa come il premier Mario Monti fece con lui ridicolizzando tutti i totonomine. Più certo il destino di Raiuno: se la giocano il direttore dell'Intrattenimento Giancarlo Leone e quello dei palinsesti Angelo Teodoli. Leone con Panorama la butta sulla scherzo («ma io sono già seduto sulla poltrona di Mazza») spiegando quindi che si tratta dell'ennesimo giochino del totonomine. Ma in Rai sono tutti certi che Raiuno sarà davvero suo. E che Teodoli si consolerà con Raidue.