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Nomen omen

Nel peese dei sofismi e dei distinguo, chiamare le cose o le persone con il loro nome sembra sempre impresa improba. Al limite lo devi fare sottovoce, o tra te e te. Diversamente sei costretto a interminabili controversie dialettiche e …Leggi tutto

Nel peese dei sofismi e dei distinguo, chiamare le cose o le persone con il loro nome sembra sempre impresa improba. Al limite lo devi fare sottovoce, o tra te e te. Diversamente sei costretto a interminabili controversie dialettiche e di pensiero capaci di sfiancare anche il principe di Logorrea.

Nessuno e’ autorizzato, ad esempio, ad affermare senza tema di contradittorio che Sofri e’ un assassino o che Berlusconi e’ un pregiudicato o che JFK era un puttaniere oppure che Vladimiro Luxuria per l’anagrafe (e quindi per la legge) e’ un maschio. Unica via d’uscita la rassegnazione. Ieri sera zappingando compulsivamente via telecomando, sono approdato su rai 2 dove andava in onda “the voice of Italy”. Ad un certo punto uno strano figuro tatuato e raffreddato (visto che mai si e’ tolto il berretto di lana) ha palesemente esibito il proprio orgoglio da consumatore indefesso di cannabis (almeno) invitando uno dei partecipanti a sceglierlo come coach perche’, condividevano la stessa passione per la coltivazione casalinga…

Ora se affermo che tra i quattro giudici del programma pagato con i soldi del canone rai almeno uno e’ certamente un drogato, a quali supplizi mi devo sottoporre?

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