Marco Mengoni, #PRONTOACORRERE: la recensione
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Marco Mengoni, #PRONTOACORRERE: la recensione

Le collaborazioni con Cesare Cremonini, Ivano Fossati, Mark Owen dei Take That. Il sound, i testi più belli. Il terzo album di inediti del vincitore di Sanremo 2013, vincitore di X Factor nel 2009

È il 19 marzo 2013, a poco più di un mese dalla vittoria al Festival di Sanremo, Marco Mengoni lancia il suo terzo album di inediti, "#PRONTOACORRERE". Un titolo che racconta bene le intenzioni di questo nuovo lavoro (piuttosto atteso), che abbiamo ascoltato molto bene questa notte, più o meno come voi che nelle ultime ore l'avete scaricato da iTunes e alle sette del mattino eravate già in coda nei negozi musicali delle stazioni ferroviarie d'Italia che aprono prima degli altri (insomma, l'abbiamo visto con i nostri occhi, sembra incredibile di questi tempi ma è vero).

Marco Mengoni è pronto a correre, dicevamo e ci dice lui implicitamente con questo titolo. Quando ci si posiziona ai blocchi di partenza come un olimpionico (o di ripartenza, come lui ci ha tenuto a dire più volte avendo cambiato interamente il suo team di lavoro) ci sono solo due obiettivi: cercare di non farsi prendere e arrivare al traguardo senza cadere.

Mengoni non contento cerca anche la terza strada, quella di trovare finalmente quel posto "Dove si vola". Si guarda attorno planando nella musica non più come aspirazione metaforica, ma come concretezza di chi mette mano ai propri pezzi, alle musiche, ai testi, scegliendo un team artistico giovane, che gli assomigli. E si sente.

Nelle 15 tracce del disco Marco non cambia pelle, lo riconoscerete senza fatica, ma cerca di miscelare in linea di continuità con il suo legame profondo con il rock inglese e con il soul americano, una nuova visione della musica e della vita in una prospettiva meno oscura, che si può toccare in superficie non attraverso gli acuti e le svisate, ma attraverso una profondità interpretativa e un controllo che veicola meglio le emozioni.

A conquistare in questo disco sono le sezioni ritmiche, incalzanti e ipnotiche come nella bellissima "Non me ne accorgo" e in "Pronto a correre" scritta con Mark Owen dei Take That, complice sicuramente la partecipazione al missaggio di Michele Canova in tutto l'album, una garanzia per chi cerca una visione omogenea e contemporanea del proprio lavoro (Basti pensare ai lavori più recenti di Giorgia e Jovanotti, per fare due esempi recenti).

C'è un brano di Cesare Cremonini, "La valle dei re" (ottimo sound e grande racconto), un brano scritto da Ivano Fossati "Spari nel deserto", ma i fuochi d'artificio li fa poi Roberto Casalino nel brano vincitore del Festival, "L'essenziale" e Ermal Meta (Ex Fame di Camilla) che ha curato insieme a Marco Mengoni l'adattamento dei brani nati dalle penne anglosassoni che permeano buona parte della produzione e scritto da zero "20 sigarette", uno dei brani più intensi del disco.

Nel tempo, in un prossimo futuro, vogliamo che si mostri ancora più nudo (ma non come in quella copertina), più intimo e più diretto nei contenuti, anche se in questo album in tutta onestà ha fatto passi da gigante. Insomma, sembra sulle scene da una vita fa ma ha solo 24 anni. Quanto può crescere in prospettiva?

In attesa di quello che sarà l'Eurovision Song Contest in Svezia con "L'essenziale" interamente cantata in italiano (anche se "Una parola", unica eccezione dance del disco, è davvero carina), si prevede anche se non è certa la possibilità di un lancio di "#PRONTOACORRERE" fuori dal territorio italiano, probabilmente in lingua inglese e/o spagnola. La parola da oggi, però, va al pubblico, ai fan e ai nuovi ascoltatori.

La differenza fondamentale tra i cantanti che hanno fatto un talent show è tra chi ne è rimasto inghiottito e chi sta facendo la sua strada di pregio. Chi è sostenuto con un milione di like su Facebook e tanti cari saluti e chi invece è premiato dal successo vero, quello delle classifiche e dal gradimento concreto della gente. La differenza fondamentale tra i cantanti che hanno fatto un talent show è più che altro una: tra chi ha capacità eccezionali che vanno ben oltre la sua voce (come Marco) e chi invece, per quanto si sforzi, non ha niente da dire (e da dare) al suo pubblico.

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Alessandro Alicandri