Emis Killa e i Bet. Nessun disastro, il rap italiano sfida gli Usa
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Emis Killa e i Bet. Nessun disastro, il rap italiano sfida gli Usa

Valanga di critiche per l'esibizione americana del rapper milanese ma i giudizi di Ed Lover vanno visti come stimolo per migliorarsi e riproporsi oltreoceano già dal 2014

Quanto vale il rap italiano all'estero? Uno spunto per parlare dell'argomento è stato offerto dalla partecipazione di Emis Killa ai Bet Awards 2013. Nel suo cypher in mezzo a Wax, Rapsody, Rittz e Jon Connor (guarda il video dell'esibizione qui ) l'artista milanese ha cantato in italiano una strofa del suo singolo ''Wow'', autocelebrazione un po' fine a sé stessa perché proposta in un contesto dove Emis si presentava con la valigia di cartone e soprattutto da totale sconosciuto. Ed Lover, istituzione classe 1963, è un'icona del rap Usa che adesso si occupa per lo più di tv, radio e della sua serie su YouTube ''C' mon Son!''. Su quest'ultima ha commentato gli artisti che si sono esibiti al Bet 2013 sparando a zero su Emis Killa:

''Emis Killa dall’Italia: naah figliolo, nahh. Hanno messo i sottotitoli sullo schermo, e leggendo i sottotitoli la metà di quello che hai detto non era in rima secondo me, e non era nemmeno granché. Tornatene in Italia con queste cazzate. Vai a mangiare degli spaghetti, delle lasagne, della pasta… forse quelle cazzate che hai detto piacciono in Italia, ma non qui. C’MON SON! Porta via da qui quelle cazzate.”

 

Giudicare gli stereotipi di Emis Killa con gli stereotipi sugli italiani invece si che è davvero originale. Tuttavia la bocciatura di Ed Lover ha trovato la comprensione di tanti fan italiani del genere convinti che Killa non fosse il giusto portabandiera per il rap tricolore ai Bet. Gli stessi che quando Premier ha ammesso di non aver fatto nessuna collaborazione con Emis hanno tirato un sospiro di sollievo: ''l'hip hop è salvo...''. L'Al-Qaeda con i baggy. Come se un pezzo di Emis Killa su base di Preemo fosse un crocifisso rovesciato in un asilo. Invece si parla di occasioni. Che ognuno si gioca come vuole e come può mettendoci la faccia a suo rischio e pericolo.

La valanga di giudizi e bocciature piovuta su Emis può anche essere condivisa ma non rende grazia ad un artista che resterà comunque il primo ad aver portato il rap italiano a confrontarsi in un'occasione così importante. Killa ha giocato le sue carte come lui e il suo staff hanno valutato meglio: testo in italiano (l'imbarazzo di un maccheronico rap in inglese era impensabile) e la strofa dell'ultimo singolo scelta per impatto, promozione, irrinunciabile esibizionismo e voglia di far uscire quell'immagine tamarra che contraddistingue il personaggio Killa fin dagli esordi.

Immaginando di doversi riferire al pubblico Usa il personaggio Killa è sicuramente più curioso di tanti ambasciatori della cultura hip hop che non vedevano l'ora di sentire il rumore del suo tonfo.

Detto questo non ho apprezzato l'esibizione di Killa in un contesto come quello dei Bet ma ho infinito rispetto per un artista che ha avuto una crescita costante e si è giocato le sue carte dove nessuno aveva mai potuto fare prima. Killa non è il rapper ideale per i Bet: ci avrei visto meglio Ensi, Mista, anche l'extrabeat italiano di Gemitaiz o la carica di E-Green. Invece è toccato ad Emis, rapper che può passare da un pezzo frivolo come ''Wow'' ad un brano riflessivo come ''lettera dall'inferno''.

Il risultato non è stato una figuraccia e non può essere definito un disastro. È stata una prima volta per il rap italiano ai Bet, forse con l'artista più difficile da presentare in un contesto così hip hop, forse con quello che è stato valutato più piazzabile e capace di incuriosire il pubblico d'oltreoceano. Non saprei. A prescindere dal risultato sarebbe bello se il rap italiano vivesse questa esperienza come il primo metro di una nuova strada che fino a qualche anno fa era impensabile percorrere. Di rubriche su YouTube, blog e giudizi per stroncare un'artista ce ne saranno sempre. L'obiettivo devono essere i Bet 2014, per far ricredere Ed Lover e magari rispondergli in rima. 

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Matteo Politanò