Cutrì e gli altri killer evasi dalle carceri italiane
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Cutrì e gli altri killer evasi dalle carceri italiane

Lunedì scorso è evaso Cutrì, un mese fa Gagliano, il feroce killer di prostitute e omosessuali. Ecco gli altri killer evasi negli ultimi mesi dalle carceri italiane

"Un uomo pericolosissimo. Con legami familiari molto forti. E una forte capacita' di intimidazione e di condizionamento".Marcello Maddalena, procuratore generale del Piemonte, conosce bene Domenico Cutrì, l'ergastolano evaso a Gallarate dopo una sparatoria sanguinosa e spettacolare, davanti al Tribunale, in cui ha perso la vita il fratello dell’ergastolano.  

Cutrì, in queste ore ricercato in tutta Italia, doveva rispondere dell'omicidio di un polacco di 22 anni, Luckasz Kobrzeniecki, trucidato a colpi di pistola in un agguato pianificato nei minimi dettagli nel 2006 a Trecate.

Il movente? Il polacco aveva fatto delle avance alla sua fidanzata. La condanna al carcere a vita è arrivata dopo un processo complicatissimo, durante il quale Domenico Cutrì venne aiutato in tutti i modi possibili dalla sua “’ndrina”. Ad esempio una donna residente in Calabria gli fornì un alibi di ferro che però  venne smontato pezzo dopo pezzo. Adesso e' indagata per falsa testimonianza insieme alla mamma di Cutrì.

Ma la famiglia ed in particolar modo i fratelli non si erano rassegnati al pensiero di vedere Domenico dietro le sbarre per tutta la vita. Così hanno organizzato l’agguato, a colpi di mitra, e per il quale avevano pensato addirittura di utilizzare un elicottero.

Ma solo un mese e mezzo fa c’è stata un’altra evasione, di un altro personaggio considerato estremamente pericoloso, che ha fatto discutere l’opinione pubblica e “vergognare” la giustizia Italiana: il serial killer delle prostitute Bartolomeo Gagliano. Per lui nessuna evasione spettacolare, da film americani, ma solamente un gioco da ragazzi. Ad aprirgli le porte dell’istituto penitenziario di Genova, un permesso premio concesso dal Tribunale di Sorveglianza.

Così una volta “all’aria aperta”Gagliano ha puntato una pistola alla tempia del primo ignaro automobilista e, come era già accaduto in passato, si dissolto nel nulla. La sua latitanza è finita in Francia, a pochi chilometri di distanza dal confine con l’Italia, solo qualche giorno dopo la sua fuga.

Ma chi è Bartolomeo Gagliano, conosciuto come il serial killer delle prostitute e il “re” delle evasioni? Perché a quest’uomo con una carriera criminale così importante è stato accordato un permesso premio?
Gagliano è un siciliano di 55 anni che appena adolescente si trasferì con la famiglia in Liguria, a Savona. L’adolescenza e i primi anni della maturità li trascorre in una apparente normalità. Poi a circa 30 anni il primo brutale omicidio che segnerà l’inizio della sua lunga scia di sangue che farà di lui uno dei serial killer più pericolosi d’Italia.

La sua prima vittima si chiama Paolina Fedi è una prostituta di 32 anni con la quale ha una relazione segreta. Dopo una discussione con la donna che minaccia di rivelare tutto alla sua fidanzata, Gagliano la uccide. Viene arrestato dopo pochi giorni d’indagine ed è l'inizio di una carriera tra le più assurde, scandita da continue fughe dai luoghi di detenzione. La prima è dall'ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, poi da quello di Montelupo Fiorentino dal quale evade con un compagno, Francesco Sedda.

Quest’ultimo sarà il suo complice in altri terribili e sanguinosi omicidi. Infatti oltre che compagni di cella e di fuga, diventeranno«compagni di sangue» durante una folle settimana genovese.
E’ il 1989 e la prima vittima è un travestito ucciso con un colpo di pistola calibro 7,65 in pieno volto e ritrovato nella boscaglia soprastante una piazzola dell'autostrada Milano-Genova, poco distante dal casello di Vignole Borbera; il secondo episodio pochi giorni dopo, la notte di San Valentino, quando sempre con la solita arma, Gagliano uccide un transessuale. Ancora pochi giorni e spara ad una prostituta ma pur ferendola in modo molto grave, la donna riesce a sopravvivere.

La Polizia finalmente lo individua e lo arresta: Gagliano viene rinchiuso nel carcere di Reggio Emilia. Ma non ci rimane per molto. Le evasioni di Gagliano, infatti, saranno ancora cinque. La sesta è quella di quest’oggi.

Ma la “lista” delle evasioni continua.
Serghei Vitali, 29 enne, detto "Barabba" per la sua malvagità, proprio come Gagliano, è uscito dal carcere di strada "Due Palazzi" il 18 gennaio scorso e non c’è più rientrato. Anche lui era in permesso premio dopo essere stato condannato a 19 anni per aver massacrato a colpi di spranga e ascia un romeno che viveva di prostituzione. Il 28 ottobre 2011, Max Leitner, il pericoloso rapinatore altoatesino condannato complessivamente a 25 anni di reclusione,evade dal carcere di Asti. Per Leitner è stata l'evasione più semplice della sua lunga carriera da malvivente: non è rientrato da un permesso premio.

Stessa identica cosa per due detenuti di Rebibbia che la vita fuori dal carcere la conoscevano bene. Da due anni, infatti, usufruivano di permessi premio e avevano scontato già buona parte della loro pena. Ma Alberto Ernandez Maggiore e di Cesare Genova hanno scelto la strada più breve verso la libertà. Entrambi condannati all’ergastolo per omicidio non sono più rientrati dopo un permesso premio dieci giorni che era stato loro concesso dal Tribunale di sorveglianza di Roma per il periodo delle festività pasquali.

Sergio Boccato ha fatto perdere le sue tracce, nello stesso modo, lo scorso 28 agosto. Ma a differenza degli altri, lui è stato rintracciato a San Martino in Pensilis, paese che aveva lasciato 35 anni prima. Condannato per omicidio e occultamento di cadavere, l’uomo stava scontando la sua pena nel penitenziario di Porto Azzurro, sull’isola d’Elba, da cui aveva avuto il permesso di allontanarsi per 24 ore. Ma quando la squadra Mobile lo ha scoperto lui ha detto candidamente: «Non ne potevo più dopo 21 anni di carcere, ecco perché sono fuggito»

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Nadia Francalacci