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Leclerc merita qualcosa di più della Ferrari

L'incredibile catena di errori del muretto, la ribellione di Sainz, l'indecisione di Binotto: così Maranello sta privando il monegasco della chance di correre per il Mondiale

L'incredibile epilogo del Gran Premio di Gran Bretagna, con la gioia tafazziana di Carlos Sainz del tutto impermeabile al bene della scuderia che lo paga, le imbarazzate giustificazioni di Mattia Binotto e la faccia, ma tutto sommato composta, di Charles Leclerc, segnano il punto più basso della stagione della Rossa. Considerato il potenziale della F1-75 e i precedenti stagionali, una sorta di verdetto tombale sulle chance iridate del monegasco senza che sia possibile trovare un filo logico dentro il comportamento di Maranello che, a differenza di tutti i grandi team, ha continuato e continua a ragionare come se non ci fosse una strategia di squadra.

A Silverstone, come a Montecarlo, quella che dovrebbe essere la punta di diamante in lotta con Max Verstappen per il titolo piloti è stato sacrificato al compagno di scuderia. Nel Principato per un errore evidente, del quale i vertici si erano accorti e scusati con Charles, a Silverstone deliberatamente perché la scelta di non chiedere a Sainz di dare spazio a Leclerc nella fase centrale della gara (con un sacco di secondi persi che avrebbero sigillato la vittoria) e poi quella di tenere fuori Charles per far rientrare solo Carlos in regime di safety car hanno prodotto un autentico suicidio sportivo.

Screenshot da F1 Tv

Nella domenica delle difficoltà della Red Bull dell'olandese c'era spazio per riaprire il Mondiale. Binotto e il muretto Ferrari, evidentemente, non credono nelle possibilità del loro pilota e gli hanno preferito il poco più che discreto spagnolo facendo un regalo enorme alla concorrenza. Il secondo in meno di due mesi. Incomprensibile e impossibile da accettare. Le giustificazioni di Binotto nel post gara, tentativo di vestire di logica una serie di decisioni concettualmente sbagliate, hanno dato l'esatta dimensione dell'inadeguatezza oggi della Ferrari per correre ad alti livelli. Che non significa vincere qualche gara (quella di SIlverstone è stata la terza stagionale), ma di gestire eventi e dinamiche normalissime per un grande team. Quello che oggi la Ferrari non è.

La ribellione di Sainz, che nel finale si è rifiutato di mettersi al servizio del compagno preferendo inseguire la surreale vittoria, completa il quadro. Le avvisaglie c'erano già state prima, il guaio è che Maranello ha già rinnovato il contratto allo spagnolo e non evidentemente voluto o potuto imporre una strategia di squadra. Dunque corre con due punte contro Verstappen e contro la logica. L'olandese molto probabilmente rivincerà il Mondiale mentre a Maranello chiederanno a Leclerc, per l'ennesima volta, di fare finta di niente, come se tutto fosse normale.

Il monegasco oggi è molto meglio della macchina su cui corre e della struttura che lo circonda. Meriterebbe di sedere su una Red Bull, dove conoscono il significato del termine squadra, sanno costruire e proteggere una strategia, tengono a bada il valletto Perez e così sono risaliti dal ko tecnico delle prime tre giornate scavando un solco in classifica reso inattaccabile dal tafazzismo dell'avversario. Manca poco più di metà alla fine del campionato, un piccolo spazio di riscatto esiste per la Rossa. Per provare a coglierlo bisognerebbe però cominciare a dire le cose come stanno e cioè che nella domenica inglese la Ferrari non ha vinto, ha perso, e Sainz col muretto sono stati il dodicesimo uomo in campo per la Red Bulla. Non per la prima volta.

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Giovanni Capuano