Lapo: «United We Stand, Divided We Fall». Il motto Usa valga oggi per la lotta contro il Covid
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Lapo: «United We Stand, Divided We Fall». Il motto Usa valga oggi per la lotta contro il Covid

«United We Stand, Divided We Fall». Letteralmente: Uniti rimarremo in piedi, divisi cadremo. Fu questo il motto che, a due giorni dal crollo delle Torri Gemelle a New York, gli americani adottarono nel tentativo di riprendersi dalla ferita inferta nel cuore pulsante dell'economia mondiale.

New York, e tutto il mondo, dopo l'11 settembre, non sono più stati gli stessi. Lapo Elkann ricorda l'attentato che cambiò le sorti dell'Occidente sul suo profilo Twitter in un lungo post, in italiano e in inglese, in cui ricorda il momento in cui a fianco dell'allora sindaco Rudolph Giuliani e Henry Kissinger, di cui fu assistente personale nel 2001 per un anno e mezzo. Kissinger, che fu consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di stato degli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e di Gerald Ford tra il 1969 e il 1977, dopo l'attentato alle Torri Gemelle fu nominato presidente della commissione incaricata di chiarire gli eventi di quell'11 settembre.

Nel suo tweet, Lapo scrive: «Ricordo come se fosse ieri il 13 settembre a Ground Zero con Giuliani e Kissinger. Gli americani reagirono con resilienza e coraggio. Il motto fu United We Stand, Divided We Fall».

Una frase breve, ricca di significati, il cui primo utilizzo risale addirittura alle favole del greco Esopo e che, negli anni, è stato utilizzato in molteplici contesti sia della cultura pop (come hanno fatto J.K. Rowling nel suo Harry Potter e il Calice di Fuoco o i Pink Floyd nella canzone Hey You) che della politica. Tanto che la frase, compare addirittura sulla bandiera dello Stato del Missouri.

E questo motto, ancora una volta, torna a essere estremamente attuale. Diciannove anni fa, come oggi. Perché come sottolinea Lapo: «Oggi, anche se in un contesto diverso (Covid-19), noi tutti dovremmo metterlo in pratica».


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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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