La Spagna è ancora senza governo
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La Spagna è ancora senza governo

Non c'è accordo tra Podemos e il Psoe del premier incaricato Pedro Sanchez. Ultima chiamata, venerdì 4 marzo, quando basterà la maggioranza semplice

 La sinistra radicale di Podemos e i popolari del premier uscente Mariano Rajoy hanno ribadito stamane, alle Cortes, il rifiuto di sostenere il governo socialista guidato da Pedro Sanchez, il giovane leader del Psoe che, dopo aver ricevuto l'incarico da parte del re Felipe,  è riuscito a ottenere solo il sì di Ciudadanos di Albert Rivera, il partito neoliberale che, con il 10 per cento dei suffragi, si è classificato quarto - dopo il PP, il PSOE e PODEMOS - alle elezioni senza vincitori del 20 dicembre 2015. Sanchez può contare oggi soltanto su 130 seggi, quanti sono i parlamentari socialisti e di Ciudadanos, tra i 350 complessivi del parlamento iberico. 

Il parlamento spagnolo non voterà quindi oggi la fiducia al leader socialist, il cui tentativo di convincere Pablo Iglesias a entrare nella maggioranza di governo oppure di astenersi è perora risultato vano a causa dell'ostilità dello stesso Iglesias verso l'accordo con Ciudadanos, bollato dall'ex ricercatore come un partito di destra. Il giorno chiave, per la Spagna, è venerdì 4 marzo,  in occasione del secondo voto di fiducia, quando basterà una maggioranza semplice, a differenza del voto di oggi che avrebbe richiesto una irraggiungibile maggioranza assoluta.

Se non sarà eletto un presidente del Consiglio entro il 2 maggio prossimo, la Spagna correrà verso le elezioni anticipate, previste per il 26 giugno prossimo. Il countdown è già cominciato e non è detto che, con la fine del bipartitismo e la tripartizione dei consensi tra tre partiti con un peso elettorale non troppo differente, lo stallo non possa riprodursi anche dopo le nuove elezioni.

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