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IT Alert, un allarme con qualche dubbio

Riflessioni da un utente lombardo il cui mezzogiorno è stato scandito dal suono del messaggio di allerta

Era tutto annunciato, spiegato, pubblicizzato. Ne sono consapevole. Nessun effetto sorpresa se non quel lieve smarrimento di chi - come me - aveva rimosso dalla mente che oggi a mezzogiorno sarei stato oggetto del test (in Lombardia) del sistema di allerta messo in piedi dal Governo e destinato a diventare a breve operativo. Dunque, non facciamola troppo lunga. Quando alle 12 in punto il mio smartphone ha cominciato ad emettere lo stridulo avvertimento ci ho messo pochi secondi a realizzare cosa e perché stava accadendo.

E, però, sono stato involontario testimone di un esperimento di massa che ha aperto una riflessione più profonda. Alle 12 in punto mi trovavo sulla banchina di una stazione della metropolitana a Milano, nemmeno troppo affollata. Insieme al mio, altre decine di telefonini hanno cominciato a suonare creando un effetto a catena che ha colto di sorpresa soprattutto i più distratti. Panico? No. Ma certamente un pizzico di agitazione.

Da qui il pensiero. Cosa accadrebbe (accadrà) il giorno in cui l'alert dovesse davvero scattare senza sapere dove e come arriva? Se, per esempio, dovesse succedere in una piazza colma per un concerto. O in uno stadio sold out per una partita? Situazioni che, immagino, chi ha studiato il sistema avrà messo in conto compresi gli effetti collaterali di una possibile ondata di panico. Perché un conto è accorgersi in colpevole ritardo (di qualche secondo) che quello squillo stridulo moltiplicato per dieci o cento altro non è che un'esercitazione, un altro è essere raggiunti da qualche informazione sensibile e che spaventa magari in mezzo a una folla con limitate possibilità di muoversi o trovare una via d'uscita.

Ecco. La riflessione è che mi sono ricordato di essere stato avvertito dell'esercitazione (colpa mia averla rimossa dalla mente), ma allo stesso tempo un brivido mi è corso lungo la schiena immaginandone l'utilizzo reale. Come reagirò io? E come lo faranno centinaia, magari migliaia di persone che mi stanno intorno? Su questo non ricordo di essere stato formato o informato. Penso sarebbe utile. Anzi, obbligatorio.

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Giovanni Capuano