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(Ansa)
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Difendiamo Gerusalemme, non il pensiero unico

Qualche lettore mi rimprovera di essere filoisraeliano e dunque di essermi arruolato nel partito sionista che ci spinge verso la terza guerra mondiale. In particolare, Piero Deola mi accusa di essere al servizio di quelli che vogliono imporre un nuovo ordine globale. «Quelli del Covid, della truffa verde, delle rivoluzioni colorate. Ma anche quelli che vogliono ridurre la popolazione mondiale, ignorano l’Onu e le sue direttive, sostengono la guerra e il colpo di Stato in Ucraina».

Non so come Deola sia arrivato ad associarmi a quelli del Covid, della truffa verde, del movimento gay e perché mi abbia iscritto d’ufficio fra i sostenitori della guerra e del «golpe» a Kiev. Però posso dire che se c’è un solo giornale che si è distinto, anche con un po’ di coraggio visto l’aria che tira, nel criticare le politiche anti Covid, le misure green, il conformismo Lgbt, le tesi precostituite a favore di Volodymyr Zelensky, questo è La Verità, il quotidiano che ho contribuito a fondare e che dirigo. Perciò, si può criticare la mia posizione a proposito di quanto sta accadendo in Medio Oriente, ma non si può sostenere che la nostra testata sia «come le altre», ossia allineata al pensiero mainstream, tesi sostenuta da Mirco Zamprogno. Se fossimo anche noi «al cappio delle lobby globaliste», come sostiene Vincenzo Reggiani, cioè schierati con quei poteri forti che oltre a sostenere Israele «ci hanno privato di ogni libertà in questi anni e continuano a realizzare le peggiori nefandezze green & woke», non avremmo pubblicato decine di articoli contro la deriva ecologista che ci spinge tutti verso le auto elettriche e le case a emissioni zero. Né avremmo attaccato la cancel culture e il movimento antifa e pro-migranti.

No, cari Deola, Zamprogno e Reggiani: difendere la sola democrazia del Medio Oriente non significa affatto stare dalla parte delle multinazionali farmaceutiche, unirsi al pensiero unico multigender o adeguarsi a quello che ci vuole impoverire in nome della transizione energetica. Semplicemente, significa rifiutarsi di sostenere una presunta guerra di liberazione che vuole instaurare in Medio Oriente una nuova teocrazia.

Non vi sarà sfuggito che in questi giorni, a esultare per l’azione terroristica compiuta da Hamas, dalla jihad islamica e dalle Brigate Al Aqsa, oltre ai soliti collettivi studenteschi di casa nostra, sono stati l’Iran, l’Algeria, la Libia. La guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha addirittura annunciato di voler «baciare le mani di quanti hanno pianificato l’attacco al regime sionista». Non si tratta di essere allineati con il pensiero mainstream o al servizio della lobby o dei poteri forti. Nessuno di noi qui alla Verità lo è. Si tratta di non essere complici di Paesi canaglia come l’Iran e di gruppi terroristici che vorrebbero instaurare un nuovo stato islamico, spazzando via Israele. Io non sto e non starò mai con i tagliagole e i mozzaorecchi.

continua: laverita.info

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Maurizio Belpietro

Nato a Castenedolo (Brescia) nel 1958, ha lavorato per le principali testate italiane; è stato vicedirettore dell'Indipendente e del Quotidiano Nazionale, ha diretto Il Tempo, Il GiornalePanorama e Libero. Oggi dirige il quotidiano indipendente "La Verità", che ha fondato nel 2016 e "Panorama". Punto di riferimento nel dibattito politico dei principali talkshow, ha condotto su Rete4 "Dalla vostra Parte"

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