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Inverno inatteso. Torna la neve e rinasce la stagione sciistica

Iniziata in ritardo e non senza difficoltà, il ritorno di copiose nevicate sulle montagne italiane ha permesso di rimpinguare i bacini idrici e dare respiro alle località turistiche sempre più alle prese con nuove sfide

L'inverno 2023-2024 in Italia ha inaugurato la sua stagione con un'impressionante mancanza di neve sulle montagne italiane, lasciando gli appassionati di sport invernali e gli operatori turistici con una sensazione di apprensione. Le premesse non erano per nulla positive e facevano intuire una stagione in forte calo. Il "Report Clima 2023" dell'Agenzia Copernicus ha confermato tali timori, evidenziando che il 2023 è stato un anno caratterizzato da temperature record e anomalie climatiche senza precedenti a livello globale. Anche secondo i numeri emanati dal report "Nevediversa 2024" a marzo sottolineava come il numero di impianti temporaneamente chiusi avesse registrato un aumento significativo, con 177 strutture inattive in tutta la Penisola. In particolare, 93 impianti operano in modo discontinuo, con la maggior parte concentrata sugli Appennini.

Una tendenza preoccupante sebbene già da metà dicembre di potesse percepire che la situazione sarebbe stata critica. A dirlo, ancora una volta, i numeri: a dicembre 2023 mancava il 44% dell'acqua stoccata sotto forma di neve sulle Alpi italiane, e questa carenza di precipitazioni si è protratta fino ai primi giorni del 2024. Anche in seguito, la situazione è rimasta tesa, con le Alpi spoglie di neve anche a quote elevate e una persistente mancanza di precipitazioni nevose. A metà febbraio, il deficit di neve si estendeva a livello nazionale, con il 64% della disponibilità idrica immagazzinata mancante. Questi dati allarmanti hanno messo in discussione la stagione sciistica italiana e sollevato preoccupazioni riguardo alle risorse idriche future.

Tuttavia, proprio quando sembrava che la stagione invernale sarebbe stata segnata da un calo senza precedenti, è giunta una sorpresa inaspettata: copiose nevicate pre-pasquali hanno rimpinguato le piste, riaprendo gli impianti che si pensavano ormai chiusi fino alla prossima stagione. Questo improvviso cambiamento ha portato sollievo agli operatori turistici e ha prolungato la stagione sciistica fino al fine settimana del 7 aprile. Una boccata d'aria fresca per un settore che aveva temuto il peggio.

Secondo i dati forniti a Panorama.it dall'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, lo stato della neve sulle Alpi presenta un quadro incoraggiante rispetto alla media stagionale. In particolare, sia nel settore occidentale che in quello orientale, la presenza di neve supera i valori medi. In Valle d'Aosta, l'indicatore SWE (Snow Water Equivalent) si attesta intorno ai 1300 milioni di metri cubi, un valore notevolmente superiore alla media. Anche in Lombardia, l'SWE supera la media del 26%. Nel Veneto, la risorsa nivale è anch'essa superiore alle medie del periodo, con valori significativi sul bacino del Piave (220 milioni di metri cubi), sul Cordevole (140 milioni di metri cubi) e sul Brenta (200 milioni di metri cubi). Tuttavia, in Liguria, gli accumuli di neve più significativi si riscontrano solo sulle Alpi Marittime, nella provincia di Imperia, con uno spessore di neve di circa 35 centimetri a Monesi.

Il discorso cambia radicalmente per l'Appennino, dove la presenza di neve è limitata alle quote più elevate. Nel modenese, ad esempio, si registrano accumuli fino a 55 centimetri, mentre a Campo Imperatore, in Abruzzo, si contano circa 35 centimetri. Tuttavia, confrontando i dati con quelli dello scorso anno alla stessa data, emerge una diminuzione dello spessore nevoso, poiché l'anno precedente si contavano 47 centimetri a Campo Imperatore. Per il resto, le cime appenniniche sono state quasi sempre prive di neve durante questo inverno, evidenziando le sfide climatiche e meteorologiche che influenzano questa regione montuosa.

"Quella 2023/2024 è stata una stagione particolare, in cui la mancanza di neve nella parte iniziale si è fatta sentire, ma i nostri tecnici, con un’attenta gestione dell’innevamento programmato, hanno saputo garantire l’apertura degli impianti sin dal 5 dicembre, regalandoci splendide vacanze di Natale con tanto di sci notturno fruibile ogni sera fino al 6 gennaio. La stagione ora potrà allungarsi grazie alle ultime copiose nevicate, che complessivamente hanno portato in dote alla stazione oltre due metri di neve fresca" ha commentato Alberto Oliva, amministratore della Prato Nevoso. “Nonostante il meteo sia stato avverso nella prima metà di stagione, Prato Nevoso ha saputo reggere l’urto, garantendo ogni giorno la possibilità di sciare a tutti i suoi utenti per mezzo dell’innevamento programmato" ha continuato Oliva "Ora le piste sono tirate a lucido e in condizioni perfette per gli amanti degli sport invernali. Complessivamente il bilancio è positivo: l’affluenza è stata buona e il finale di stagione che ci attende siamo convinti che potrà darci ancora risposte importanti”.

Nonostante questa breve rinascita della stagione sciistica, le sfide legate al cambiamento climatico rimangono evidenti. La mancanza di neve sugli Appennini è rimasta un problema significativo, e l'effetto del cambiamento climatico continua a minare la stabilità delle risorse idriche montane. La situazione meteo estrema del 2023 è stata un campanello d'allarme che sottolinea la necessità di affrontare seriamente le sfide climatiche future e di adattarsi a un ambiente sempre più mutevole. Se L'inverno 2023-2024 in Italia è stato caratterizzato da un inizio difficile e da una rinascita inaspettata grazie alle copiose nevicate pre-pasquali, queste eccezionali condizioni meteorologiche non devono far dimenticare le sfide a lungo termine che richiedono sempre più un approccio oculato e una gestione sostenibile delle risorse naturali per garantire il futuro delle attività invernali e la salute degli ecosistemi montani.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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