Il rischio delle larghe intese in eterno
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Il rischio delle larghe intese in eterno

Mattarellum, proporzionale, doppio turno: la possibilità che, anche con una nuova legge elettorale, sinistre e destre siano condannate a stare insieme è molto alto. Il commento

E ora? Che cosa succederebbe se il parlamento, paralizzato dai veti incrociati, non fosse in grado di produrre una nuova legge elettorale che produca maggioranze stabili e coese? Quali effetti istituzionali produrrebbe una legge come quella attuale emendata solo dai suoi elementi incostituzionali, cioé il premio di maggioranza senza soglia e l'assenza del voto di preferenza?

Se è vero che la Consulta ha di fatto deciso di dare una sorta di tempo supplementare al Parlamento, sia pure in corner, e - come spiega Il Sole 24 Ore«gli effetti giuridici decorreranno solo dopo la pubblicazione della sentenza», ovvero nelle prossime settimane, i calcoli più accurati li hanno fatti Romano e Brunetta su Il Foglio: «I deputati di sinistra “abusivi” sarebbero 148 (da 340 scivolerebbero a 192). Il centrodestra avrebbe in tutto solo due onorevoli in meno del centrosinistra, situandosi a 190 e guadagnandone dunque 66». Una tesi che condivide, tra gli altri, il costituzionalista Michele Ainis sul Corriere della Sera secondo cui «sarà impossibile convalidare l’elezione di qualche centinaio di parlamentari, dato che le Camere non vi hanno ancora provveduto » ma sulla quale il dibattito tra costituzionalisti è ancora aperto. 

E dunque? Escluso dalla Consulta il ritorno al Mattarellum (non è stato bocciato l'intero impianto del Porcellum, ma solo due suoi elementi, sia pure dirimenti), l'ipotesi prevalente - ancorché contestata da altri costituzionalisti - è un ritorno al proporzionale puro ma con liste bloccate, con il rischio che un nuovo avvocato Bozzi possa risollevare alla Corte la questione dell'incostituzionalità dell'assenza del voto di preferenza. Insomma: è come se la Consulta avesse messo una pistola alle tempie del parlamento, cui ha concesso però - per grazia istituzionale - una proroga fino alla pubblicazione delle motivazioni, comunque poche settimane. Fate presto, hanno detto i giudici. La politica, che si è dimostrata impotente, di fatto è stata commissariata dai giudici.

Il guaio è che, anche se il parlamento ce la facesse a scrivere una nuova legge, lo scenario delle larghe intese non sia più un'incidente di percorso ma una condanna eterna, stante la sostanziale tripartizione del consenso tra sinistre, destre e grillini.

A meno (forse) che non venga varata una nuova legge elettorale a doppio turno sul modello francese dove, al ballottaggio, finiscono per scontrarsi le due coalizioni che hanno preso più voti al primo turno. Un modello forse più adatto a questa fase politica tripolare ma che richiede importanti correttivi istituzionali per rafforzare - al fine di compensare lo strapotere dei parlamentari di collegio - di un premier o di un presidente forte che imponga la sua volontà ai partiti. Di certo, con proporzionale puro, Mattarellum e maggioritario secco la condanna eterne alle larghe intese sarebbe estremamente probabile. E a fare da stampella a un nuovo premier non basterebbe più (come ora, con il vituperato Porcellum) il sì di un pugno di berlusconiani governisti. Occorre (se i voti dei grillini continueranno a essere congelati) la via maestra di un accordo duraturo tra il Pd e Berlusconi. (PP)

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