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(Ansa)
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Condannate lo sfregiatore del Colosseo allo studio della storia

Il ragazzo che ha sfregiato la struttura simbolo di un impero millenario si è giustificato così: «Non sapevo fosse antico». Eppure ci prendono in giro

C’è gente nel mondo che visita il Colosseo senza nemmeno sapere cos’è. Proprio così: il popolo italiano viene ritratto come un’orda preistorica di mangiaspaghetti, ma niente in confronto alla plebaglia che cala nel nostro Paese in estate. Il fenomeno che ha sfregiato il monumento italiano più famoso nel mondo, scrivendoci sopra un pensiero di assoluta profondità filosofica (“Ivan+Hayley23”), ha riesumato l’annosa questione dei turisti stranieri analfabeti che assaltano il nostro paese con i primi caldi estivi.

Ma stavolta la vera notizia è un’altra. Ivan Danailov, il genio di origini bulgare che ha usato il Colosseo come fosse il bagno di un autogrill, ha scritto una lettera pubblica di scuse, che rientra a pieno titolo tra i documenti più assurdi della storia. “Desidero rivolgere le mie scuse agli italiani e a tutto il mondo per il danno arrecato” – ha scritto il writer pentito, aggiungendo una postilla disarmante: “Ammetto con profondissimo imbarazzo che solo in seguito a quanto incresciosamente accaduto ho appreso dell’antichità del monumento”. Proprio così: il ragazzo non sapeva che il Colosseo fosse un monumento antico. Forse lo aveva scambiato per una fermata della metropolitana un po’ vintage, o magari pensava di trovarsi di fronte allo stadio olimpico. Può essere che una persona non sappia cos’è il Colosseo? E’ davvero pensabile che non abbia mai aperto un libro di storia, o perlomeno visto almeno una volta “Il gladiatore” con Russell Crowe?

Siccome lo sfregiatore, indagato per danneggiamento di beni culturali, rischia dai 2 ai 5 anni di reclusione, e una multa fino a 15 mila euro, il suo avvocato è corso ai ripari, spingendolo alle scuse pubbliche. E confessando che sì: siamo di fronte a un analfabeta d’importazione di primissima qualità.

Di fronte a certe storie, forse anche noi italiani dovremmo acquisire più orgoglio. Passiamo, nell’iconografia cinematografica estera, per selvaggi in canottiera: ma i veri bifolchi sono certi turisti che bivaccano nel nostro paese, da Venezia in giù, pensando di stare a casa loro, oppure in un parco divertimenti in stile Las Vegas.

Sarà difficile allestire delle contromisure, dinanzi alle ondate di certi barbari convinti che l’Italia sia la terra del liberi tutti. Non sappiamo se davvero il prode Danailov ignorasse cosa fosse il Colosseo. Probabilmente avrà fatto due conti: non potendo professarsi incapace di intendere e di volere, avrà pensato che in Italia è meglio passare da scemo che da bandito.

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Federico Novella