"Guglielmo facci votare". Epifani contestato alla Festa dell'Unità
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"Guglielmo facci votare". Epifani contestato alla Festa dell'Unità

Accoglienza fredda e proteste per il segretario del Pd. Che alla fine scappa.

No, non è stata proprio una bella serata, quella di ieri alla Festa dell'Unità di Roma, per il segretario del Pd Guglielmo Epifani.

Nemmeno il pomeriggio era filato proprio liscio visto che tutta la serie di non-decisioni prese durante la direzione sul prossimo congresso avevano fatto infuriare sono solo i renziani ma anche Pippo Civati e Gianni Cuperlo uniti in un'inedita asse di protesta.

Ma ciò che è accaduto al Parco Schuster dà la misura più netta di quale sia il livello di confusione che regna oggi in un Pd acefalo, privo di una leadership in grado di gestire non solo le sue correnti interne ma anche le prevedibili, nonché annunciate e assolutamente pacifiche, contestazioni da parte della sua base e di chi, anche non votando Pd, legittimamente protesta contro alcune delle sue prese di posizione.

Ospite d'onore alla festa del suo partito, Epifani si è materializzato intorno alle 20. Ha fatto un rapido giro tra gli stand, come di rito, accolto con una certa freddezza da visitatori e volontari. Pochi i sorrisi, nessuno striscione e cori di benvenuto come era stato, pochi giorni prima, per Pier Luigi Bersani.

Poi la cena di sottoscrizione per la ricostruzione di un circolo dato alla fiamme durante la campagna elettorali per le comunali e finalmente il dibattito più atteso, quello in cui la direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer avrebbe dovuto ottenere da Epifani quelle risposte che tutti i militanti democratici, accorsi alla festa, aspettavano di sentirsi dare soprattutto sul governo delle larghe intese con il Pdl e sul futuro del Pd.

Domande e risposte che non arriveranno mai, se non in forma edulcorata, visto che per oltre mezz'ora né Berlinguer né Epifani sono stati in grado di gestire il blitz a sorpresa di poche decine di attiviste No-Tav venute a protestare contro l'aggressione subita qualche giorno fa in Val di Susa da una loro compagna che ha denunciato di essere stata palpeggiata dalle forze dell'ordine al momento del fermo e soprattutto contro le dichiarazioni del senatore Pd Stefano Esposito che, in un tweet e in un'intervista a Panorama.it , aveva difeso l'operato dei poliziotti giustificando le manganellate contro chi cerca di fermare l'alta velocità.

Per lunghissimi minuti il segretario Pd è rimasto inchiodato alla sedia, gambe accavallate, braccia conserte, incapace di spiccicare mezza parola, di prendere in mano una situazione che evidentemente stava sfuggendo anche alla sua intervistatrice di fiducia che sbraitava dal palco contro le ragazze in un' imbarazzante gara di sguaiataggine mentre queste venivano fatte allontanare con la forza dalla sicurezza costretta a intervenire in mezzo al pubblico.

Poi le domande. Presumibilmente concordate. Sicuramente innocue. Le risposte, insoddisfacenti per i giovani di Occupy Pd i quali, una volta ammessi a intervenire sul palco, dopo aver intonato lo slogan “Guglielmo facci votare”, hanno finalmente sottoposto Epifani a una raffica di quesiti: perché, invece che alle feste, non si fa un giro tra i circoli dove sempre meno iscritti rinnovano la tessere e quasi nessuno se ne fa una nuova; perché impedire la partecipazione più ampia possibile nella scelta del prossimo segretario; perché aver tradito così il patto tra vertici e base siglato all'epoca delle primarie per il candidato premier di centrosinistra; perché usare la scusa della crisi per fare un governo con il Pdl.

Domande intercettate e neutralizzate dalla stessa Bianca Berlinguer in veste di guardia del corpo di Epifani. Domande alle quali Epifani non ha risposto e che se non fosse scappato, scortato, dal retro della festa del suo partito, avrebbero potuto essere integrate da altre: ma se renziani, giovani turchi e lo stesso Gianni Cuperlo non sono d'accordo con le regole che si vanno delineando per il congresso, allora chi è d'accordo? E se anche la base e gli elettori del Pd si lamentano, vuol dire che sono tutti dei “fighetti”?

E se il Pd continua a dire che non c'è alternativa politica a questa maggioranza e che andare a votare ora con il Porcellum non è possibile, a chi tocca cambiare il Porcellum e perché, ormai da anni, il centrosinistra ha fatto di tutto per non decidere?

Ieri nessuno lo ha saputo. Domani chissà.

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Claudia Daconto