Chi se lo piglia Beppe in Europa
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Chi se lo piglia Beppe in Europa

Sono due le questioni sul tavolo di Grillo e Casaleggio in vista delle prossime elezioni: un nuovo criterio per la formazione delle liste e la scelta del gruppo parlamentare a Bruxelles.

di Caris Vanghetti

Sulla scrivania di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo c’è un dossier molto scottante e di cui si parla poco: le elezioni europee. I principali nodi da sciogliere sono due, la messa a punto di un sistema di selezione dei candidati migliore di quello che ha portato alla scelta dei parlamentari nazionali, e l’adesione, una volta sbarcati a Bruxelles, al gruppo parlamentare "giusto". A prima vista possono sembrare questioni da addetti ai lavori senza un reale impatto, ma si tratta invece di decisioni che avranno entrambi, un effetto fondamentale sulla politica grillina.

Il metodo di scelta dei candidati, infatti, a seconda che privilegi la fedeltà agli ideali e al leader piuttosto che la competenza, potrebbe far fare un salto di qualità all’azione degli eletti se questi fossero scelti più in base alla preparazione che in base al principio di anzianità di iscrizione al blog. Proprio in occasione delle "parlamentarie" (le elezioni interne che hanno portato alla scelta dei candidati che hanno partecipato alle politiche del 2013), Grillo e Casaleggio decisero che fossero candidabili solo coloro che avevano già partecipato sotto le insegne del Movimento a precedenti competizioni elettorali e nelle regioni dove ciò non era avvenuto diventavano candidabili solo quelli che si erano iscritti al blog per primi. Nessuno, oltre alla squadra che gestisce il blog di Grillo, poteva sapere chi si era iscritto prima di un altro al sito. La decisione delle liste elettorali fu lasciata solo a "pochissimi".

Il metodo adottato con le parlamentarie ha generalmente garantito dall’ingresso dei cosiddetti infiltrati, cioè da quelli che entrano nel Movimento solo per fare carriera politica e senza condividerne le idee. Questo metodo non ha assicurato la scelta dei migliori dal punto di vista della preparazione, anche se, almeno tra i pentastellati, il curriculum non viene considerato fondamentale per fare politica. Basti pensare che i due ruoli istituzionali più elevati ricoperti da esponenti del Movimento, ossia la vicepresidenza della Camera e la questura del Senato, sono rispettivamente occupati da uno studente fuori corso di 27 anni, Luigi Di Maio, e da una ex disoccupata non laureata, Laura Bottici, nonostante quello dei 5 Stelle sia il gruppo parlamentare con la maggior percentuale di laureati. Moltissimi tra deputati e senatori grillini non fanno mistero della necessità di trovare il metodo per una selezione migliore, magari introducendo un esame dei curriculum.

La questione sul tavolo di Casaleggio è scegliere se continuare così, privilegiando la fedeltà a discapito della preparazione, col rischio di condannare il Movimento anche in Europa all’irrilevanza politica oppure trovare un modo per favorire la scelta di persone più preparate e con maggiori chance di conseguire risultati, ma anche con il rischio, per Casaleggio e Grillo, di perdere influenza sugli eletti.

L’altro problema è la scelta del gruppo parlamentare europeo a cui si dovranno iscrivere i deputati cinquestelle eletti a Bruxelles. I grillini non possono costituire un gruppo autonomo perché per farlo servono deputati eletti in almeno cinque differenti paesi europei ed è da escludere che i cinquestelle possano decidere di non iscriversi ad alcuna formazione perché ciò li condannerebbe alla totale irrilevanza. È quindi fondamentale trovare un gruppo con cui ci sia sintonia. Se, formalmente, non si prevede l’obbligo di votare in conformità con il resto del gruppo è indispensabile condividerne la linea politica, pena l’esclusione.

Per ora riservatamente, gli emissari di Casaleggio hanno incontrato i rappresentanti di tre gruppi dell’europarlamento: l’Alde, i Verdi e l’Efd. Di questi tre il più importante, per numero di iscritti, è l’Alde di cui fanno parte anche gli eletti nelle file dell’Italia dei valori di Antonio Di Pietro a cui Casaleggio è molto legato (dopo le elezioni politiche del 2013, in sede di costituzione dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, i grillini hanno assunto molti dipendenti provenienti dai vecchi gruppi dell’Idv). Ma il problema principale dell’Alde è la sua linea filoeuropea che punta a una maggiore integrazione tra i paesi del Vecchio continente e quindi in contrasto con l’euroscetticismo di Grillo. Ci sono stati altri abboccamenti con i Verdi che già accolgono gli eletti del partito pirata svedese che condividono con Grillo il mito dell’intelligenza collettiva della Rete e il potere prodigioso di internet per l’adozione di scelte legislative. Dell’Efd (Europa della libertà e della democrazia), infine, fa parte il leader euroscettico inglese Nigel Farage che condivide con Grillo la critica selvaggia all’Europa e alla sua burocrazia. Lo stesso Farage che nel 2011 definì gli esecutivi greco e italiano come "governi fantoccio". Una posizione molto simile a quella della Lega i cui eurodeputati, fanno parte proprio dell’Efd.

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