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(Ansa)
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È stato un giugno senza incendi, alla faccia dei «gufi»

Lo scorso anno il caldo record aveva provocato devastazioni, danni, emissioni di anidride carbonica mai registrate prima ed alcuni avevano pronosticato un peggioramento per il 2023. Invece oggi siamo per fortuna fermi a quota zero

Lo scorso anno nel mese di giugno l’Italia era nella morsa del fuoco con roghi devastanti che hanno attraversato tutta la penisola. Solo in Puglia sono bruciati 250 ettari di vegetazione in 28 ore e in Toscana sempre nel mese di giugno 2022 si erano già registrati 68 roghi che hanno bruciato complessivamente 195 ettari tra boschi, pascoli e terreni coltivati, mentre a Roma nella giornata del 7 giugno 2022 sono divampati in poche ore 70 roghi. Migliaia di incendi ovunque che a fine estate complessivamente secondo i dati diffusi dai vigili del fuoco riguardanti il periodo che va dal 15 giugno al 30 settembre 2022, hanno richiesto 69.321 interventi e visto bruciare 58.044 ettari di vegetazione. Numeri allarmanti dovuti alla siccità e all’aumento delle temperature che per gli esperti erano solo l’inizio di stagioni sempre più calde con cui l’Italia avrebbe dovuto fare i conti nei prossimi anni. Ma ad oggi la stagione degli incendi nonostante giugno sia praticamente finito, non è mai iniziata. Un dato positivo ed in controtendenza dovuto soprattutto alle abbondanti precipitazioni che hanno portato anche ad una conseguente riduzione degli incendi dolosi.

« Il fatto che non ci siano incendi è un’anomalia positiva dovuta alle forti precipitazioni. In pratica la stagione degli incendi che nel trend 2006-2022 in Italia parte ai primi di Giugno, quest'anno deve ancora iniziare»-commenta Prof. Gherardo Chirici Direttore del geoLAB dell'Università di Firenze

Quali sono i dati degli incendi per questo inizio di 2023 rapportati a quelli dello scorso anno?

«Il 2022 si è chiuso con un bilancio che è nella media di quanto registrato nei 15 anni precedenti. Secondo il sistema di monitoraggio EFFIS della Commissione Europea (https://effis.jrc.ec.europa.eu/) l’Italia nel 2022 è stata colpita da 481 incendi per un totale di quasi 59.000 ettari bruciati. Niente a che vedere con l’anno record, il 2021 che aveva registrato oltre 150.000 di ettari bruciati. Questo inizio di 2023 sta registrando un andamento invece molto più positivo. In pratica la stagione degli incendi che negli altri anni iniziava ai primi di Giugno, quest’anno non è ancora iniziata».

A cosa sono dovute queste differenze?

«Sicuramente un ruolo importante è giocato dall’andamento del meteo nel periodo primaverile, che nella gran parte dell’Europa meridionale è stato più fresco e umido. Si veda un esempio per il mese di Maggio che riporta anomalie fino a +120 millimetri di pioggia in media nelle regioni Meridionali d’Italia».

È previsto un improvviso aumento delle temperature che potrebbe ribaltare il dato?

«Secondo i nostri modelli l’andamento fin qui registrato non è un dato che possa essere completamente ribaltato. Questo perché la vegetazione ha avuto la possibilità di utilizzare la maggiore disponibilità di acqua derivante dalle precipitazioni primaverili. La stagione degli incendi sicuramente anche quest’anno ci sarà, ma ci auguriamo possa mantenersi sotto le medie degli anni passati».

Cosa può dirci delle emissioni?

«Le emissioni degli incendi italiani sono stati 4,1 megatonnellate (1 mega tonnellata equivale a mille tonnellate) di CO2 nel 2021 (anni record), 2,2 nel 2022 (un po' sotto la media che è di 2,5) e fino a ora nel 2023 siamo a 0,4. Se calcoliamo che ogni anno una macchina in Italia emette 1,4 tonnellate di CO2 all'anno e come se avessero circolato migliaia di macchine in meno».

Sono spariti anche gli incendi dolosi?

«Gli incendi per il 90% sono tutti dolosi. Quindi se la vegetazione è verde e il terreno fresco e umido sanno che l'incendio non si propaga e non danno fuoco per questo motivo non ci sono».

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Linda Di Benedetto