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(Ansa)
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Parte il Giro d'Italia, vincerà Pogacar ma c'è anche altro da vedere

Davide Cassani, voce amata del ciclismo e commentatore di Rai Sport, fa le carte alla corsa Rosa che scatta il 4 maggio. Con un grande favorito e gli italiani a cercare di mettersi in luce

Una maratona di 3.321 chilometri da Torino a Roma, passando per Appennini, Alpi e Dolomiti. Duro? Ci sono 42.900 metri di dislivello e 71 chilometri a cronometro, se e quanto saranno duri dipenderà dai protagonisti dell'edizione 2024 del Giro d'Italia che scatta da Venaria Reale sabato 4 maggio. In gara 22 squadre per un totale di 176 corridori. Ventuno tappe. Panorama.it ha provato a fare le carte alla corsa rosa interpellando Davide Cassani, una delle voci più amate del ciclismo italiano.

Campione in bici, ex commissario tecnico della nazionale e in questa edizione del Giro d'Italia di nuovo commentatore ai microfoni di Rai Sport, Cassani legge in anticipo le tre settimane che faranno attraversare alla carovana del Giro l'Italia. Un grande favorito: Tadej Pogacar. L'uomo che nei pronostici di tutti dovrà succedere nell'albo d'oro a Primoz Roglic trionfatore nel 2023.

Che Giro d'Italia dobbiamo aspettarci?

"Un Giro d'Italia che ha un grande favorito di nome Tadej Pogacar e che, quindi, dipenderà da lui, dalle sue mosse e da come vorrà correre. Una corsa come al solito impegnativa, con due cronometro e con un'ultima settimana piena di salite anche se già al secondo giorno c'è l'arrivo di Oropa".

Pogacar è il faro?

"Sarà un Giro all'insegna di Pogacar che ne è il faro".

Tolto lui chi merita di essere seguito?

"Ci sono altri corridori che lotteranno. Non ci possiamo dimenticare di Geraint Thomas che l'hanno scorso ha perso la possibilità di vincere all'ultima giornata ma che è un ragazzo di quasi 38 anni. E poi l'australiano O'Connor, già parte del Tour de France, oppure il nostro Damiano Caruso quarto un anno fa. E poi giovani come Dani Martinez che corre da capitano e il nostro Antonio Tiberi, la speranza italiana con i suoi 22 anni che sono curioso di vedere all'opera perché partirà con le insegne da capitano insieme a Caruso".

E' un tracciato che può mettere in difficoltà Pogacar?

"Non penso. E' un fenomeno che va bene a cronometro e va ancora meglio in salita. E' però naturale che una corsa di tre settimane è piena di insidie anche per il meteo perché a maggio ci possono essere trenta gradi oppure la neve e questa variabile va tenuta in considerazione".

Lo sloveno corre per vincere il Giro e poi tentare l'accoppiata con il Tour de France che manca dall'impresa di Pantani nel 1998. Perché nessuno ci riesce da così tanto tempo?

"Perché nel ciclismo specializzato come questo, è complicato essere competiti a maggio e luglio. Io, però, considero Pogacar il nuovo Eddie Merckx e penso sia l'unico che ha nelle corde di poter fare l'accoppiata insieme a Vingegaard".

Dove si vince il Giro 2024?

"A parte le cronometro ci sono tre tappe: Livigno, Passo Broccon con Sella e due volte il passo e l'ultima difficile col doppio passaggio sul Grappa".

E' stato fin qui un 2024 maledetto per le cadute. Il ciclismo sta diventando uno sport eccessivamente pericoloso?

"Il ciclismo è sempre stato pericolo, ma adesso lo è di più perché ci sono più pressioni, stress, nervosismo. Le corse sono diventate tutte importanti e tutti vogliono stare davanti. Una volta in gruppo c'erano gli sceriffi e i giovani avevano un rispetto che ora manca. Tutti vogliono stare davanti e tutti vogliono passare per primi anche rischiando".

Dal Giro degli italiani cosa dobbiamo attenderci?

"Belle volate di Milan e Dainese che sono i nostri velocisti di punta, prestazioni vincenti di Ganna nelle crono e non solo perché potrebbe lottare anche per il primo traguardo per vestire la maglia rosa. E poi un buon piazzamento di Tiberi e capire dove possono arrivare i giovani come Piganzoli e Pellizzari o altri chiamati a ripetersi come Zana e Frigo. I nostri non sono nati pronti come altri fenomeni, però nel giro di un paio di stagioni avranno la possibilità di mettersi in mostra e vincere tappe e classifiche".

Siamo nell'estate delle Olimpiadi: almeno lì possiamo sperare di recitare un ruolo da protagonisti?

"Nella pista sicuramente. Abbiamo due quartetti fortissimi e tra gli uomini siamo i campioni in carica. Ganna può lottare per la cronometro. Sulla prova su strada femminile qualche chance c'è mentre tra gli uomini è difficile: iscriviamo solo tre atleti e ci sono fenomeni che hanno più possibilità di vittoria rispetto ai nostri".

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Giovanni Capuano