Autunno caldo
(Credits: Ansa/Valerio Faccini)
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Autunno caldo

Una parola, una settimana. Quattro emergenze al rientro dalle ferie

La situazione economica e politica annuncia un autunno caldissimo. Disoccupazione, conflitti sociali e tendenze xenofobe, banche in difficoltà, investitori stranieri che continuano a fare shopping in Italia preannunciano mesi difficili. Nei giorni scorsi ne ha parlato con toni allarmati il guru del Movimento 5 stelle, Gianroberto Casaleggio, e a sorpresa gli ha dato ragione il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, vicino a Matteo Renzi. Il governo guidato da Enrico Letta lo sa ancora meglio dopo aver letto i documenti giunti in questi giorni sui tavoli delle alte cariche istituzionali e del Parlamento. Documenti di fonti diverse: report economici, analisi di istituti specializzati, relazioni delle forze dell’ordine. Panorama li ha letti in esclusiva e ne esce un quadro a tinte fosche.

1. Tenuta sociale e rischi xenofobi. Finora i sindacati confederali hanno svolto un importante ruolo di filtro ma, quando le misure di sostegno al reddito verranno meno, i lavoratori potrebbero muoversi verso i sindacati di base e allora si intensificheranno le proteste. In particolare preoccupa il settore della logistica: le istanze dei molti immigrati che vi lavorano sono sostenute da antagonisti e sindacati di base che cercano di incanalarne la protesta  contro lo Stato e il capitalismo. Un esempio eclatante della crisi è la maggiore concorrenza perfino nei lavori più umili, quelli snobbati da sempre dagli italiani che ora invece vogliono toglierli agli immigrati: un fenomeno che aumenterà gli episodi di xenofobia. Inoltre, si temono azioni eclatanti contro i politici da parte delle persone più disagiate e anche le forze dell’ordine saranno nel mirino. Il tutto con un tasso di disoccupazione che quest’anno potrebbe toccare il 12,5 per cento e che, secondo la Banca d’Italia, arriverà al 13 per cento nel 2014. In questo contesto, continueranno a calare i consumi delle famiglie anche nei prossimi mesi, viste le basse prospettive di crescita e la forte incertezza generale. In un quadro che alcuni analisti paragonano più alla depressione degli anni Trenta che alle recessioni del dopoguerra, le famiglie svolgono sempre meno il ruolo di ammortizzatore sociale ricoperto per anni.

2. L’area antagonista e la lotta per la casa. A sinistra si sta lavorando per unire le varie aree antagoniste e il sindacalismo definito conflittuale. L’obiettivo è il solito: costruire un’alternativa al sistema economico e «riappropriarsi» dei beni comuni. Già da mesi, infatti, c’è attenzione verso la lotta per la casa e si prevede che in autunno l’area antagonista organizzerà una vera «campagna per l’abitare». Inoltre, gli scontri a Chiomonte tra forze dell’ordine e No Tav nella notte tra il 18 e il 19 luglio sono l’antipasto di quello che si prevede nelle prossime settimane. Ma secondo gli investigatori non è finita: in Sicilia cresce il movimento No Muos, contro i radar americani a Niscemi, e in Veneto è ripreso l’attivismo del movimento No Dal Molin che nacque contro la nuova base Usa Ederle 2 nell’area dell’aeroporto Dal Molin di Vicenza. Il 7 settembre è già fissata una manifestazione. A destra, CasaPound Italia e Forza nuova si battono su temi sociali come lavoro, ambiente, emergenza abitativa, ma legalmente. Ci sono invece gruppi che hanno contatti con circuiti internazionali di matrice eurasiatica antiatlantici e favorevoli a un avvicinamento alla Russia: fra gli altri, la rivista Eurasia, il gruppo emiliano Stato e potenza, le associazioni islamico sciite Imam Mahdi di Roma e di Trieste.

3. Banche in grande difficoltà e governo nel mirino. È vero che gli istituti di credito subiscono l’incertezza generale, ma ne ingigantiscono gli effetti con politiche restrittive. Una bomba è rappresentata dalle cosiddette sofferenze, i crediti deteriorati, che in un triennio potrebbero superare i 150 miliardi di euro. I rischi maggiori dei prossimi mesi sono gli accantonamenti di fondi per potenziali perdite, forse insufficienti; per le banche più grandi l’ulteriore emersione di titoli tossici, di «partite deteriorate»; una significativa esposizione verso i titoli di stato; l’ingresso di nuovi soci stranieri. Se il rischio per i titoli di stato sta nel peggiore andamento dell’economia italiana, è ormai finita la luna di miele del governo Letta con i mercati internazionali: gli analisti si aspettano valutazioni sempre più critiche e dettagliate sull’operato dell’esecutivo.

4. Lo shopping dall'estero. Cresce l'attenzione verso le eccellenze italiane. Le aziende extraeuropee, soprattutto russe e cinesi, sono interessate sia al patrimonio industriale sia a quello commerciale. Quelle europee (francesi e tedesche), invece, rilevano aziende italiane per le loro potenzialità commerciali. I settori a rischio sono telecomunicazioni, energia, logistica e trasporti. In generale, negli ultimi mesi la Francia si è concentrata in particolare su terziario e logistica, come la grande distribuzione, oltre che sul lusso, come il recente caso di Loro Piana; la Germania sul manifatturiero; russi e cinesi, invece, su grandi aziende nel mondo energetico e infrastrutturale. Quali sono i rischi? Se nel breve periodo la rilevazione di aziende ha evitato crisi irreversibili, i report rilevano che nel medio-lungo periodo l’eccessiva presenza europea nelle eccellenze italiane potrebbe depotenziare iniziative di politica economica su determinati settori. In altri termini, il marchio italiano in mani straniere potrebbe decidere di seguire le politiche del paese dei suoi azionisti e non quelle nostrane. È questo il piatto che si presenterà dopo le ferie al governo: meno tasse, più crescita o l'Italia esploderà.

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Stefano Vespa