La Francia si scopre sempre più nera
JEAN-FRANCOIS MONIER/AFP/Getty Images
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La Francia si scopre sempre più nera

Secondo i sondaggi un francese su tre sta con Marine Le Pen e approva le posizioni antieuropeiste e anti-immigrazione dell'estrema destra

La Dama nera ha conquistato il cuore dei francesi. Non tutti, certo, ma una grossa fetta. Secondo un sondaggio realizzato da TNS Sofres per il quotidiano Le Monde, France Info e Canal+il 34% degli intervistati approva la politica dell'estrema destra di Marine Le Pen ed è pronto a votarla alle prossime elezioni europee.

Marine è riuscita a "normalizzare" la sua immagine, tanto da catturare anche i voti degli elettori più a destra dell'UMP (il partito dell'ex presidente Nicolas Sarkozy), ma dalle ultime rilevazioni salta fuori anche un paradosso. Le Pen piace, sì, ma un francese su due crede che il Front National "rappresenti un pericolo per la democrazia in Francia" e rigetta le due proposte chiave del partito guidato da Marine Le Pen, che in soldoni sono l'uscita dall'euro e la cosiddetta "priorità nazionale".

Come si combinano queste due risposte opposte? E' probabile che gli intervistati non se la sentano di mostrarsi simpatizzanti di una forza dell'estrema destra, ma poi sulla figura della Le Pen non hanno problemi ad ammettere il fascino che la Dama nera esercita sull'elettorato sin dai suoi primi momenti alla testa del partito già guidato dal padre.

In ogni caso il dato dell'inchiesta realizzata per Le Monde è clamoroso: il 34% degli intervistati "si ritrova nelle idee del Front National". Nel 2013 erano il 32%. Insomma, da quando Marine Le Pen ha preso la presidenza del partito di estrema destra, il sostegno nei confronti del Front National non smette di aumentare. I numeri sono chiari. La "simpatia" per i neri lepenniani era al 22% nel 2011, e oggi ha acquistato 12 punti in più. .

I giornali d'Oltralpe definiscono questo successo dell'ultradestra un "effetto plateau", che vede il FN stabilizzarsi nel gotha dei partiti politici francesi, di pari passo allo scontento diffuso per la situazione economica e sociale della Francia. Non è un mistero che le ultime rilevazioni statistiche hanno registrato un aumento esponenziale delle persone che dichiarano di "non sentirsi più a casa propria in Francia", di intervistati che credono sia necessario "difendere i propri valori nazionali" e che per fare questo ritengono che bisognerebbe rafforzare il potere delle forze dell'ordine, attraverso una giustizia "più severa".

Insomma, invece che "fascisti su Marte" al momento il film che va in onda a Parigi è fascisti sulla Senna, una cosa che fa rabbrividire i burocrati di Bruxelles, in vista delle imminenti elezioni europee. Come abbiamo già scritto , è probabile che il prossimo Parlamento di Strasburgo sia invaso da rappresentanti di movimenti e partiti di estrema destra ed estrema sinistra, che potrebbero arrivare a superare il 25% dell'emiciclo. E questa per i Popolari e i Socialisti non è certo una buona notizia.

Come se non bastasse, sulla scia del successo del referendum in Svizzera , Marine Le Pen e Christian Estrosi (il sindaco di Nizza che fa parte dell'UMP ed è in piena campagna elettorale per un secondo mandato), si sono detti favorevoli a organizzare un referendum simile , scatenando - ça va sans dire - le ire dei Socialisti, che però se la passano male in questo momento, con un presidente in "viaggio d'affari" nella Silicon Valley e in caduta libera nei consensi domestici, a causa del protrarsi della crisi economica che ha messo in ginocchio il ceto medio francese.

Un francese su tre ammira Marine Le Pen. Ciò significa che un francese su tre ha l'animo fascista? I sondaggi questo non ce lo possono dire, ma una cosa è certa: l'estrema destra francese sta cavalcando l'onda di una campagna di comunicazione efficace, facendo leva sulla crisi e sul risentimento dei francesi nei confronti delle istituzioni, sia in casa che in Europa. E' il populismo baby, e presto Bruxelles si ritroverà a farci i conti a tu per tu. Occhio, perché dopo l'Europa dei popoli l'estate ci potrebbe regalare l'Europa dei populisti.

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Anna Mazzone