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La copertina di Time a Matteo Salvini "l'uomo più temuto d'Europa"

Sul settimanale americano lo "zar dell'immigrazione in Italia": vuole cambiare il Vecchio Continente dall'interno con i nazionalisti

Da "Il capitano" a "Lo zar" con un piano chiaro in mente: quello di "scuotere l'Unione europea dalle fondamenta e ridisegnarne la forma dall'interno": "Cambiare l'Europa è un grande obiettivo, ma penso che sia alla portata" dichiara Matteo Salvini in una intervista esclusiva alTime, che gli dedica la propria copertina, facendo un ritratto a tutto tondo di quello che viene considerato "l'uomo più temuto d'Europa".

Il "kingmaker"

Si sprecano gli aggettivi nell'articolo frutto di una intervista realizzata a Roma il 4 settembre: all'indomani del voto di marzo che, come scrive Vivienne Walt, ha segnato una sconfitta per i partiti tradizionali e ha collocato Salvini in una posizione da kingmaker, in grado di influenzare la formazione e le decisioni del nuovo governo, il leader della Lega si è imposto, dedicandosi in modo deciso al lavoro di potente ministro dell'Interno.

Non solo. Secondo il prestigioso magazine statunitense Salvini, pur non essendo il capo dell'esecutivo ("non ha bisogno di esserlo: la parata di dignitari stranieri in fila per incontrare Salvini lascia pochi dubbi su decide") ora appare come "la cosa più vicina che l'Italia abbia a un amministratore delegato".

Ambizioni oltre confine

Ma il leader leghista pare non miri soltanto all'Italia. Le sue "ambizioni si estendono ben oltre i confini e questo è ciò che semina il panico in Europa: "In molti vedono in lui il leader maggiormente in grado di mettere insieme un gran numero di populisti". Potrebbe, dunque, riunire i partiti di ispirazione nazionalista in Europa (in ascesa), attorno a una sola anima capace di "attraversare i singoli confini in nome proprio del nazionalismo".

Non a caso - fa notare il Time - il 7 settembre Salvini ha incontrato Steve Bannon, l'ex responsabile strategico della Casa Bianca e "padrino del proto-nazionalismo". A Roma i due hanno discusso della possibilità di creare una coalizione europea in vista delle delicate e decisive elezioni di maggio per innovare il Parlamento, capace di "schiacciare i partiti neoliberali e centristi" che hanno guidato per anni Bruxelles.

Salvini e Bannon per un nazionalismo europeo

Secondo Bannon, sentito dal settimanale all'indomani del faccia a faccia con Salvini, il suo movimento (chiamato proprio The Movement) punterebbe a ottenere un numero di seggi al Parlamento Europeo con esponenti di estrema destra sufficiente a permettere loro almeno di bloccare ogni ulteriore sforzo di integrazione all'interno dell'UE. Il giornalista e politico ha chiamato questo suo piano command by negation, "comandare attraverso il rifiuto". Salvini ne sarebbe un elemento centrale.

"Stiamo lavorando per ristabilire lo spirito europeo che è stato tradito da coloro che sono ora al governo di questa unione" ha dichiarato, ammettendo che il suo obiettivo (usando il singolare) è quello di "cambiare le dinamiche europee".

Ma chi è Salvini?

E' descritto come "l'uomo più temuto in Europa", lo "zar dell'immigrazione in Italia, che sta portando avanti la missione di disfare l'UE". Ma è anche l'uomo che guida il Viminale, il ministero dell'Interno con "il suo viso un po' tondo, la barba incolta, un look giovanilistico che lo fa sembrare più giovane dei suoi 45 anni". Non si separa dal bracciale di gomma che indica la sua fede calcistica (Il Milan) ma, dismessi i panni da"capitano" al raduno della Lega ad Alzano Lombardo (sneakers verdi e birra in mano), a Roma indossa un abito scuro e una camicia impeccabile da politician in command. Di Salvini è sottolineata l'impresa di aver ereditato una Lega Nord "virtualmente estinta" nel 2013, minata dalla corruzione, e di averla fatta risorgere cavalcando il tema dell'immigrazione.

"Prima gli italiani"

Il leader leghista ha intuito l'opportunità di cavalcare la questione immigrazione per ottenere consensi, in un momento in cui i flussi di migranti dal Medio Oriente e dall'Africa hanno avuto un forte impatto sulla popolazione e ha lanciato un messaggio che comprendeva un "incisivo nazionalismo", togliendo invece dal nome del partito la definizione di "Nord". Ha colto le frustrazioni degli italiani appesantiti da un forte debito pubblico, una crescita economica fiacca e una disoccupazione che colpisce un giovane su tre, lanciando uno slogan mutuato da Trump: "Prima gli italiani".

Un messaggio che ha fatto breccia dopo anni di governi che avevano i due principali leader, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, in piena crisi di credibilità. Si è affermato nel vuoto. Nonostante il Movimento 5 Stelle sia risultato primo partito, la Lega ha ottenuto il 17,4% dei voti e dopo appena sei mesi i sondaggi indicano un consenso pari a circa il 30%.

Il cavallo di battaglia dell'immigrazione

Il tema dell'immigrazione è stato messo al centro della sua politica. "Ha messo a punto una selvaggia, impraticabile promessa di espellere dall'Italia 500.000 migranti senza permesso di soggiorno, all'incirca il numero di coloro che sono sbarcati sulle coste italiane dal 2015" ricorda il Time, insieme a quella frase lapidaria: "La pacchia è finita".

Ma la percezione non corrisponde alla realtà, afferma il magazine americano, snocciolando numeri e citando il giudizio di Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies di Bruxelles: "Eppure l'isteria è cresciuta".

Le attenzioni sono poi tutte rivolte al brusco cambio di rotta della politica italiana in tema di migrazioni e alla dura presa di posizione in l'Europa.

Lo scontro con l'Europa: dai migranti alle sanzioni alla Russia

"Salvini vorrebbe sospendere le procedure di asilo finché non ci sarà un accordo per un'equa distribuzione dei rifugiati" scrive Wald, che ricorda il caso Aquarius e il botta e risposta al veleno tra il ministro dell'Interno e il presidente francese, Macron. E' qui che il braccio di ferro con i leader europei emerge con forza: "Macron e la tedesca Angela Merkel da un lato; Salvini e i suoi alleati dall'altro" con un chiaro riferimento al premier ungherese Orban, in visita a Milano dal vicepremier Salvini i primi di settembre.

Altro terreno di scontro in Europa sono poi i rapporti con Putin. Il ministro dell'Interno si è battuto infatti per la cancellazione delle sanzioni europee nei confronti di Mosca. Salvini ha anche bollato come "ridicola" l'accusa di interferenza russa nelle elezioni statunitensi.

Un'affinità con Trump è poi il ricorso alla definizione di fake news riguardo certo tipo di critiche, così come il ricorso a Facebook e ai social per comunicare ufficialmente, bypassando  i media tradizionali e i canali di comunicazione istituzionali. Salvini conta su 3 milioni di followers solo su Fabecook, arrivando a raggiungere con i suoi profili 8 milioni di persone.

Rimanere in Europa?

Per il Time quali siano i progetti di Salvini e la risposta è chiara: non più uscire dall'Europa, ma cambiarla dall'interno. Niente modello Brexit, dunque, quanto piuttosto un drastico cambiamento dell'UE, a partire dalla chiusura dei confini ai migranti. Poi c'è il fronte economico, con l'obiettivo di modificare il tetto del 3% per lo sforamento del debito pubblico.

Alla luce di tutto ciò le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo saranno un test per Salvini, Orban e gli altri nazionalisti, per capire se "saranno in grado di costruire una coalizione da opporre all'asse Merkel-Macron". La corsa è già iniziata.

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Eleonora Lorusso