1 maggio 2018
EPA/Tannen Maury
News

Perché gli Usa hanno lasciato la Commissione diritti umani dell'Onu

Donald Trump attacca l'ipocrisia del Palazzo di Vetro

Il ritiro degli Stati Uniti dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha sorpreso solamente i non addetti ai lavori. Esattamente un anno fa l'Ambasciatore USA a New York Mikki Haley aveva pronunciato un discorso nel quale si presagiva la mossa adottata da Donald Trump in queste ore.

Una mossa già annunciata

Era il mese di giugno del 2017 e la Haley aveva chiaramente detto che gli Stati Uniti non potevano più tollerabile che il Consiglio insistesse nel condannare le politiche israeliane e che era inaccettabile che ai vertici della struttura sedessero Paesi che con la protezione dei diritti umani hanno poco a che fare, come il Venezuela, la Cina e l'Arabia Saudita. All'epoca aveva anche indicato chiaramente che, in assenza di un cambiamento di rotta, gli Stati Uniti avrebbero abbandonato l'organizzazione e ora alle minacce hanno fatto seguito i fatti.

Perché gli Stati Uniti hanno abbandonato il Consiglio

Quello che la stessa Haley e il Segretario di Stato Mike Pompeo definiscono un "pregiudizio cronico" del Consiglio contro Israele non è l'unica motivazione dell'abbandono. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le prese di posizione di parecchi alti funzionari onusiani contro le politiche migratorie recentemente adottate da Trump: un esempio su tutti, il l'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani Zeid Raad al-Hussein, che aveva aperto la sessione del Consiglio di lunedì proprio condannando gli Stati Uniti. 

I bambini separati dai genitori

Per quanto sia innegabile che le immagini dei bambini separati dai genitori migranti abbiano giustamente scosso molte coscienze, è difficile dare del tutto torto a Washington quando accusa formalmente l'organizzazione, senza mezzi termini, di "ipocrisia" e cita il fatto che la situazione in Venezuela non sia stata oggetto di analoghe reprimende.

Trump e il multilateralismo

A monte c'è anche la generale insofferenza dell'Amministrazione Trump nei confronti del multilateralismo, che si era già esplicitata più volte nel corso degli ultimi mesi. Come non ricordare l'uscita dall'Unescolo scorso ottobre, o il recente deragliamento dei negoziati all'ultimo G7. La scelta di un falco come Mike Pompeo per sedere sulla poltrona che sotto l'Amministrazione Obama era stata di una negoziatrice come Hilary Clinton ha solo impresso un'accelerazione a una scelta ormai presa, che appare quella di forzare la mano per ottenere un cambiamento del sistema delle organizzazioni internazionali più rispondente all'interesse americano dell' America First.

I più letti

avatar-icon

Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

Read More