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Brexit: cosa dice la bozza di accordo tra Inghilterra e Ue

Si tratta di un testo di 400 pagine. Il Governo di Teresa May ha dato il suo ok ma rischia la bocciatura in Parlamento

La bozza di accordo c'è, ma il cammino della Brexitè ancora lungo. I negoziati tra Inghilterra e Unione Europea, dopo uno stallo di mesi, sono arrivati a una svolta con l'elaborazione di un testo di 400 pagine che dovrebbe rappresentare la guida verso l'uscita morbida del Regno Unito dall'Europa.

Cosa succede ora

Londra è in fibrillazione e dalla serata di martedì 13 novembre il Primo Ministro Theresa May ha incontrato i membri del Governo e dopo un Consiglio dei MInistri durato 5 ore ha dato il suo ok all'accettazione della bozza di accordo

Ora l'accordo passa per una seconda approvazione al Parlamento di Londra e l'esito di questo voto è tutto tranne che scontato.

La questione irlandese

Il nodo centrale è sempre la questione nord irlandese per la necessità di ridisegnare il confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda senza alterare la precaria pace che regna da meno di un ventennio dopo il disarmo dell'Ira che tanto sangue ha fatto scorrere.

Secondo il modello di Brexit auspicato dagli antieuropeisti duri e puri sarebbe necessario porre nuovamente un confine netto tra Irlanda del Nord (territorio del Regno Unito) e Repubblica d'Irlanda (che invece resta nell'Unione Europea) questo, però, andrebbe a creare tensioni e a riaprire ferite solo in parte curate.

Per questo l'UE aveva proposto di permettere all'Irlanda del Nord di rimanere nell'unione doganale e nel mercato comune europeo.

Secondo la Gran Bretagna, però, questo avrebbe minacciato l'unione territoriale del Regno.

Cosa prevede la bozza di accordo

Per uscire dallo stallo che dura da mesi pare - così anticipa il Times - che sia stato proposto un periodo di transizione (marzo 2019-dicembre 2020) in cui l'intero Regno Unito rimarrebbe nell'unione doganale in attesa di arrivare a un accordo commerciale più equo con l'UE con la possibilità che il territorio nord irlandese mantenga, anche dopo la transizione, un rapporto "più profondo" con l'UE.

Come spiega, però, il Guardiannon è per nulla scontato che la maggioranza della May approvi una simile proposta che porterebbe, sostengono gli oltranzisti della Brexit, il Regno Unito a restare "vassallo dell'Europa".

Proprio queste parole sono state utilizzate da Boris Johnson e Jacob Rees-Moog, i principali nemici politici del Primo Ministro tra i conservatori.

Nello stesso tempo i laburisti non hanno intenzione di essere la stampella della premier in Parlamento e hanno espresso scetticismo rispetto a questa via per attuare una Brexit guidata prima della dead line del 29 marzo 2019.

"Non è un accordo positivo per il Regno Unito" ha dichiarato il deputato laburista Jeremy Corbyn e anche il partito unionista dell'Irlanda del Nord, il Dup, ha espresso scetticismo temendo che questa bozza finisca per isolare da un punto di vista commerciale e territoriale la piccola Irlanda del Nord.

Al momento, dunque, l'ipotesi del no-deale cioè della mancanza di un accordo per la Brexit tra Regno Unito e Unione Europea è tutt'altro che sventata con tutti i rischi che questo potrebbe comportare sia da un punto di vista politico, sia commerciale e sociale specialmente per la questione irlandese che resta la spina nel fianco che impedisce un sereno cammino dell'Inghilterra fuori dall'Unione Europea.

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Barbara Massaro