Gli errori dietro gli incidenti a Napoli tra tifosi
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Gli errori dietro gli incidenti a Napoli tra tifosi

Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato di polizia Sap: «La decisione del Tar è una diretta conseguenza degli scontri»

«Era ampiamente previsto che questa partita fosse particolarmente a rischio, tanto che il Ministro e il Prefetto erano stati molto chiari in questo senso».

Inizia così lo sfogo del segretario generale del sindacato di polizia Sap Stefano Paoloni dopo gli scontri di ieri, che hanno messo a ferro e fuoco il centro storico di Napoli dove sei uomini delle forze dell'ordine sono rimasti feriti ed è ancora in corso l'identificazione dei 470 tifosi ultras tedeschi. I tifosi tedeschi con quelli dell’Atlanta dopo ore di tensione con i tifosi del Napoli si sono scagliati contro le Forze dell’ordine con una violenza inaudita e questa mattina è stato convocato in Prefettura a Napoli un comitato per l’ordine e la sicurezza straordinario, per fare il punto della situazione e calcolare una prima stima dei danni. Al momento sono otto gli arrestati di questi cinque sono italiani e tre i tedeschi. Ma quello che è avvenuto ieri a Napoli era stato previsto da giorni, infatti le varie sigle sindacali avevano lanciato l’allarme sulla decisione del TAR della Campania che ha annullato il divieto di vendita dei biglietti per la partita di calcio Napoli-Eintracht Frankfurt.

Per il segretario generale del Sap la decisione del TAR ha causato indirettamente gli scontri.

Stefano Paoloni (Ansa)

«Purtroppo il TAR ha rivisto l'ordinanza e le autorità tedesche hanno insistito perché i tifosi potessero raggiungere l’Italia e seguire l'incontro calcistico, cosi dopo l’annullamento del TAR dei provvedimenti, una parte di questi tifosi sono comunque arrivati e sono arrivati alla spicciolata, addirittura sembra che si siano uniti anche a frange di Ultras anti Napoli che gli hanno dato manforte. È evidente che questi sono dei violenti che non possono essere definiti tifosi, che avevano un chiarissimo obiettivo che prescindeva dall'evento sportivo e in modo sequenziale si sono comportati mettendo a ferro e fuoco la città. È chiaro che se le imposizioni di divieto fossero state lineari, coerenti e coese come tipo di approccio da parte di tutti e quindi non fosse stato messo in discussione la decisione assunta dal Prefetto e dal Ministro, tenendo conto pertanto di quelle che sono le valutazioni di prevenzione rispetto a questi fenomeni, probabilmente oggi non avremmo assistito a questo disastro. Si è tentato di gestirlo al meglio e con un grande rischio da parte dei colleghi. Il tifo violento non può mai, e ripeto mai essere legittimato per nessun motivo e in nessuna formula. Senza contare che la macchina della sicurezza ha lavorato bene anche nell’evitare lo scontro diretto tra le due tifoserie riuscendo a tenere lontani i tifosi del Eintracht da quelli del Napoli».

«I cittadini napoletani dovranno prepararsi all’eventualità di dover contare ingenti danni alle loro proprietà e noi a dover contare numerosi feriti tra i nostri colleghi» scriveva Domenico Pianese del Coisp l’11 marzo.

Com’è possibile che una città possa essere ostaggio della violenza dei tifosi?

«Noi siamo pronti ma il problema è la mancanza di unità della politica che difatti ci mette sempre nelle condizioni di essere accusati di essere violenti se siamo costretti ad intervenire usando la forza e incapaci se invece facciamo da cuscinetto d’interposizione tra due tifoserie che se le vogliono dare di santa ragione come accaduto ieri pomeriggio. Se ci fosse sempre una condanna trasversale dei violenti avremmo maggiore serenità d’intervento. Così come avviene in altri Paesi occidentali».

Gli scontri si sarebbero potuti evitare?

«Il Tar della Campania ha accolto l’istanza degli avvocati del Francoforte che chiedevano la revoca di vendere i biglietti della partita. Se questo non fosse accaduto non sarebbe venuto nessuno. La decisione del Tar è una diretta conseguenza degli scontri. Detto questo la Digos ha intercettato l’arrivo dei tifosi che sono stati sempre seguiti a vista e si sono prese tutte le misure possibili per limitare i danni. Eravamo 600 poliziotti ma i tedeschi soprattutto si sono accaniti contro di noi perché abbiamo fatto da cuscinetto per evitare lo scontro con i tifosi del Napoli. Chi oggi dice che avremmo dovuto impedire che uscissero dall’albergo ha poca dimestichezza con l’ordine pubblico. Se fossero rimasti all’interno infatti la situazione sarebbe sicuramente precipitata».

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Linda Di Benedetto