Pur non avendo ricadute dirette sugli equilibri politico-istituzionali del nostro Paese, le europee in Italia hanno assunto, negli anni della seconda Repubblica, le caratteristiche che negli Stati uniti hanno le elezioni di mid-term: il termometro dello stato di salute delle forze politiche e dei governi in carica.
Questa volta, a favorire il partito che esprime il premier in carica, c'è un fattore tutt'altro che trascurabile: la coincidenza del voto in Italia con il tradizionale periodo della luna di miele tra l'esecutivo e l'opinione pubblica che, complice il riformismo ipercinetico di Renzi, sta facendo volare il Pd e penalizzando quelle opposizioni, come Forza Italia, che - stretta tra la necessità di mantenere fede al patto del Nazareno sulle riforme e l'urgenza di smarcarsi - si sta interrogando sulla tattica più adatta per arginare l'erosione di consensi che stanno registrando tutti i sondaggi. Questo, mentre il M5S si attesta attorno al 20%, un risultato tutto sommato buono nonostante il parziale arretramento rispetto al voto nazionale del febbraio 2013.
Al di là però delle ricadute sulla situazione politica italiana, quelle del 25 maggio 2014 sono le prime elezioni dove la posta in gioco è europea. I vincoli di bilancio troppo stretti e il fiscal compact, ritenuti dalle opinioni pubbliche nazionali come la causa della perdurante recessione, sono diventati per la prima volta il cuore della campagna elettorale. Da Roma a Strasburgo: la novità sta anche qui, questa volta.
| EUROPEE | 1999 | 2004 | 2009 | MEDIA PROIEZIONI |
| FORZA ITALIA | 25,1 | 21,0 | 35,3 (PDL) | 20,6 |
| PD | 17,3 (DS) | 31,1 (ULIVO) | 26,1 | 31,5 |
| SINISTRA | 4,2 (RC) | 6,1 (RC) | 3,1 (SEL) | 4,1(TSIPRAS) |
| DESTRA | 10,2 (AN) | 11,5 (AN) | 3,0(DX+FIAMMA) | 3,2(Fd'I) |
