Poveri, quanti sono e cosa bisogna fare per loro
ANSA/LUCIANO DE CASTILLO
Economia

Poveri, quanti sono e cosa bisogna fare per loro

Oltre 5 milioni di italiani sono in condizioni di indigenza. Invece di fare il Reddito di Cittadinanza, occorre rafforzare i sussidi già esistenti

Quasi 1,8 milioni di famiglie, per un totale di oltre 5 milioni di persone, l’8,4% della popolazione. E’ il vasto esercito di italiani che si trovano in condizione di povertà assoluta, secondo gli ultimi dati dell’Istat che hanno fatto molto discutere. Negli ultimi 10 anni, secondo l’istituto nazionale di statistica, il numero di italiani poveri è pressoché raddoppiato.

“Questi milioni di persone non possono più attendere”, ha detto il premier Giuseppe Conte parlando alla Camera e trovando subito una sponda nel leader del suo partito, il ministro del lavoro Luigi Di Maio, che ha sottolineato la necessità di far partire al più presto il Reddito di Cittadinanza, il sussidio universale contro la povertà che da anni il Movimento 5 Stelle (di cui Di Maio è leader) vuole introdurre in Italia.


Il sussidio c’è già

A dire il vero lo stesso Di Maio aveva detto tempo fa che, per vedere a pieno regime questo nuovo ammortizzatore sociale, occorre aspettare almeno un paio d’anni. Prima ci vuole la riforma dei Centri per l’Impiego, visto che la concessione dei sussidi è subordinata alla ricerca di un lavoro. Chi non accetta almeno due offerte di assunzione dagli uffici di collocamento pubblici perderà infatti il diritto al Reddito di Cittadinanza. Poiché i Centri per l’Impiego non funzionano a dovere e non sono in grado di gestire domande e offerte di lavoro legate ai sussidi, occorre dunque metterli in sesto e poi far partire i nuovi ammortizzatori sociali.

Ecco allora che sorge spontaneo un interrogativo: ma se i 5 milioni di poveri italiani non possono più aspettare, perché non scegliere una soluzione più veloce? Oggi esiste già un sussidio contro la povertà che si chiama Reddito d’Inclusione (Rei) ed è stato ideato e introdotto negli anni scorsi dai governi Renzi e Gentiloni. Prevede la liquidazione di un’indennità di qualche centinaia di euro al mese alle famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà.

Pochi soldi

Peccato, però, che per questo sussidio siano stati stanziati finora soltanto 2 miliardi di euro circa mentre occorrerebbero almeno 7 miliardi per coprire tutta la popolazione povera che vive nella Penisola. E allora, invece di far aspettare l’arrivo del reddito di Cittadinanza, meglio sarebbe stanziare un bel po’ di soldi a favore del Rei, che si basa su un meccanismo di funzionamento già rodato e studiato apposta per evitare i comportamenti "predatori" dei falsi poveri e favorire l’inclusione sociale di chi lo riceve.

I beneficiari del Reddito d’Inclusione ricevono infatti i soldi su una carta elettronica che possono usare soltanto per pagare beni o servizi di prima necessità (per esempio cibi, farmaci o bollette) e devono partecipare anche a dei programmi di reinserimento sociale. Se i poveri non possono aspettare come dice il premier Conte, insomma, è bene appunto fare qualcosa subito con gli strumenti che già ci sono.

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