Imu, la seconda rata ora potrebbe tornare
Economia

Imu, la seconda rata ora potrebbe tornare

A rischio la copertura da 2,4 miliardi necessaria per abolire la seconda rata di dicembre

Potrebbe costare davvero cara ai contribuenti la crisi di governo apertasi formalmente in queste ore. Dopo l’annuncio dell’ormai inevitabile aumento dell’Iva dal 21 al 22% da domani primo ottobre, un nuovo preoccupante incubo si affaccia all’orizzonte: il ritorno dell’Imu sulla prima casa. Dopo l’abolizione della prima rata di giugno infatti, il governo si era ufficialmente impegnato a trovare le risorse per abolire anche la seconda rata della tassa sugli immobili per quanto riguardava appunto prime case e abitazioni rurali.

IVA, DA DOMANI VIA AI RINCARI

Un impegno non da poco visto che stiamo parlando di 2,4 miliardi di euro da reperire entro il 15 ottobre per essere inseriti a pieno titolo nella manovra di stabilità. Dalle indiscrezioni circolate finora sembrava che però su questo punto gli sforzi necessari a reperire i fondi sufficienti a coprire questa voce di spesa fossero stati trovati. L’arrivo della crisi però ha ora spazzato via ogni certezza sul fatto che per quella data possa esserci in carica un governo con i pieni poteri capace tanto di confermare l’abolizione, quanto, soprattutto, di far quadrare quei conti che cominciano a traballare pericolosamente.

BILANCIO PUBBLICO, TRA DUBBI E CERTEZZE

L’unione europea in particolare ci ha chiesto con insistenza di rientrare sotto nel vincolo del tre per cento nel rapporto deficit/Pil, spostatosi pericolosamente verso il 3,2%. Un richiamo questo che potrebbe diventare preponderante per qualsiasi esecutivo dovesse trovarsi il prossimo 15 ottobre a presentare la nuova legge di bilancio, sia esso guidato da Enrico Letta o da qualche altro premier. Da qui i timori, più che fondati dunque, che anche la preannunciata abolizione dell’Imu possa rimanere lettera morta.

Le conseguenze sarebbero molto semplici e onerose: tutti i proprietari di prima casa si vedrebbero chiamati a versare la seconda rata dell’Imu, con un esborso che potrebbe essere stimato mediamente tra i 150 e i 200 euro. Tra l’altro in questo contesto già confuso si inserisce un altro fattore non da poco. Per ovviare infatti all’abolizione totale dell’Imu sulla prima casa, il governo si era impegnato con i Comuni, alla ricerca ormai disperata di risorse per garantire i servizi locali, a coprire una parte di questo esborso in ragione delle aliquote che sarebbero state applicate.

L'IMU ABOLITA E LE RICHIESTE DEI SINDACI

Consci dunque del fatto che non avrebbero colpito direttamente i cittadini, molti sindaci hanno deciso di aumentare al massimo l’aliquota dell’Imu sulla prima casa, nella speranza di ottenere maggiori rimborsi dal governo. Ora però che i cittadini potrebbero essere chiamati invece direttamente a pagare, questo artificio contabile potrebbe trasformarsi in un vero e proprio boomerang, con i contribuenti che si troverebbero a fare i conti con aliquote molto elevate. Staremo a vedere come evolverà la situazione, il cui esito però in questo momento, più che a questioni economiche, è legato a chiarimenti di ordine strettamente politico.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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