Come declinare "lavoro" al femminile?
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Economia

Come declinare "lavoro" al femminile?

Un convegno Assolombarda sull'occupazione delle donne: in Lombardia hanno un tasso di attività alto (il 62,7%), ma inferiore a quello dei grandi distretti industriali europei

La Lombardia deve molto alle donne: in tutti gli ambiti, dalle scienze alle arti, dalla tecnologia alla produzione, contribuiscono ogni giorno alla sua crescita. Ed è su questi settori che bisogna puntare perché la componente femminile diventi una parte sempre più importante della nostra economia. STEAMiamoci. Le donne tra Science, Technology, Environments, Arts, Manufacturing è il titolo dell’incontro ospitato in Assolombarda all’interno della XV Settimana della cultura d’impresa, promossa da Confindustria. Incontro che ha analizzato il ruolo delle donne nella crescita culturale ed economica del territorio, cui hanno partecipato ricercatrici, docenti universitarie, imprenditrici e top manager.

A Milano il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa ha superato quel 60% che era l’obiettivo degli accordi di Lisbona 2010, un target che nel resto d’Italia è rimasto invece sulla carta" ha detto Carlo Bonomi, vicepresidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza.

Ma non basta. “Nel 2015,  in Lombardia, le donne tra i 15 e i 64 anni erano 3,2 milioni, di cui 2 milioni attive, per a un tasso di attività del 62,7%" ha detto Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda. "Se fossimo però in linea con la media del Baden- Württemberg, della Cataluña o del Bayern, cioè i miglioripartner europei con cui ci confrontiamo, dove è pari al 74%, conteremmo ben 360 mila donne in più nel mercato del lavoro, vale a dire più di un terzo delle donne attualmente inattive”.

“È ben vero che durante la crisi i tassi di attività femminili si sono avvicinati a quelli maschili, ma la distanza che separa la Lombardia e l’Italia dai benchmark europei resta siderale: il gap gender, cioè la differenza in punti percentuali tra uomini e donne nel mercato del lavoro, era nel 2015 del 16,1% in Lombardia (contro il 20% dell’Italia), dell’8,7% in Cataluña e del 9,4% nel Bayern e nel Baden- Württemberg" ha concluso Rocca.

Bonomi ha aggiunto che “le informazioni raccolte nelle nostre imprese sul tasso di femminilizzazione per qualifica (cioè sul numero esatto di donne su tutto il personale con il medesimo inquadramento, ndr) dicono che le donne si sono fatte largo soprattutto tra le figure direttive, quadri e dirigenti, e sempre più spesso in posizioni funzionali apicali". Tuttavia, la componente femminile in alcuni settori industriali, quelli cioè che devono compiere il salto tecnologico e competitivo richiesto dall’Industria di nuova generazione, dove sono necessarie competenze che derivano da lauree scientifiche, è purtroppo ancora esigua.

Da qui la necessità di un progetto che abbia la capacità di cambiare i numeri già a partire dalla formazione, dall’orientamento delle giovanissime nelle scuole. Anche se va detto che in Lombardia, su 116 mila universitari iscritti alle ‘facoltà STEAM’ le donne sono già il 47,6%, cioè oltre 55 mila. Solo a ingegneria la percentuale si ferma al 22%.

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