Ho comprato droga online dalla Cina. Ecco come...
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Ho comprato droga online dalla Cina. Ecco come...

Servono nomi bizzarri per nasconderle alle autorità, e vengono spedite a casa come tutti gli altri prodotti

Beh, in realtà alla fine non l'ho comprata. Essenzialmente perché tra l'istante in cui ho letto l'annuncio su Taobao e quello in cui avrei effettivamente voluto procedere all'acquisto qualche poliziotto di internet deve aver fatto la mia stessa scoperta decidendo di oscurare la pagina in questione prima che io riuscissi a inserire i dati per registrami.

Come sono arrivata all'annuncio della marijuana? Per caso. Stavo cercando le "novità" messe in commercio su un sito di acquisti on line cinese e trovando gli ormai classici (e scontatissimi!) fidanzati in affitto e login falsi per iPhone (dovete sapere che da quando l'iPhone è diventato uno status symbol, chi non può permetterselo acquista nei falsi Apple store, o su Taobao, un finto login per 50 centesimi di euro al mese che permetta al momento della sintonizzazione in chat di far comparire la scritta "l'utente XY è ora online via iPhone". Al solo scopo di far credere ad amici e conoscenti di possederne uno...).

Tra i prodotti più venduti ho poi trovato il latte in polvere per neonati, un altro grande classico dopo lo scandalo delle confezioni cinesi alla melamina, e delle sigarette di marca "Pyongyang Paeksan". Attirata da questi pacchetti rossi commercializzati dalla Corea del Nord (che, ammesso che abbia tradotto bene l'annuncio, verrebbero venduti vuoti, per poco più di 4 euro a confezione!!), ho trovato un altro prodotto made in Pyongyang, un (probabile) unguento, ma forse anche una polvere, in grado di eliminare le tossine presenti nel corpo (a 75 euro!) e la cannabis.

Dopo averla riconosciuta ho letto che altri utenti l'avevano ordinata, al prezzo di cento yuan al grammo, pari a circa dieci euro, l'avevano poi ricevuta a casa a tre giorni di distanza dal pagamento in foglie essiccate conservate perfettamente. Come d'abitudine si fa per il te'.

Poi, all'imprvviso, l'annuncio è sparito. La vendita di droghe è vietata in Cina, e la polizia di internet è da sempre molto attenta ad evitare che la rete si trasformi in una fonte privilegiata per gli scambi di stupefacenti. Tuttavia, da quando appassionati di acidi e marijuana hanno iniziato a darsi appuntamento sui social network per confrontarsi sui prezzi delle droghe, su dove trovarle e anche su come coltivarle o prepararle, riferendosi alle stesse con nomi d'arte per non farsi scoprire, il commercio di queste sostanze è diventato sempre più complicato da monitorare. E resto convinta che se avessi un po' più di fantasia potrei anche riuscire a recuperare l'annuncio scomparso. Se l'LSD si trova cercando "francobolli", cosa si potranno essere inventati i cinesi per camuffare la marijuana?

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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