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Donald Trump: i 10 fatti principali del 2019 alla Casa Bianca

Iran, Corea del Nord, dazi, elezioni, impeachment: i 10 fatti da ricordare alla Casa Bianca del 2019

Il 2019 per il presidente Usa, Donald Trump è stato un anno di certo non "noioso". Dalle crisi mondiali, ai dazi, all'impeachment 12 mesi vissuti pericolosamente con la testa già alle elezioni presidenziali del 2020. Ecco i 10 fatti principali successi alla Casa Bianca e dintorni

18 aprile – Il Dipartimento di Giustizia ha reso pubblico il rapporto Mueller, dedicato alla vicenda Russiagate. L’indagine ha scagionato Trump dall’accusa di collusione con i russi nella campagna elettorale del 2016, mentre non ha reperito prove irrefutabili di intralcio alla giustizia.

18 giugno – Trump ha annunciato formalmente la propria ricandidatura alla Casa Bianca durante un evento elettorale a Orlando (in Florida).

20 giugno – Trump ha bloccato un attacco aereo contro l’Iran, che aveva precedentemente approvato come ritorsione per l’abbattimento di un drone americano da parte di Teheran. L’atto ha evidenziato, una volta di più, la reticenza del presidente ad avviare nuove azioni belliche in Medio Oriente.

30 giugno – Trump è entrato in territorio nordcoreano insieme a Kim Jong-un: la prima volta di un presidente americano in carica. L’evento ha rilanciato il processo di distensione tra Washington e Pyongyang, che aveva subìto uno stallo dopo il vertice di Hanoi tenutosi qualche mese prima.

2 agosto – Trump si è ritirato ufficialmente dal trattato INF sui missili, siglato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbachev. Gli Stati Uniti consideravano l’intesa ormai obsoleta, oltre che un vincolo nel confronto militare con la Cina.

10 settembre – Il consigliere per la sicurezza nazionale, il falco John Bolton, è stato silurato. I suoi rapporti con Trump erano ormai tesi da tempo: Bolton, entrato in carica nell’aprile del 2018, auspicava infatti una linea molto più dura contro l’Iran, il Venezuela, la Russia, la Corea del Nord e i talebani. Una linea che il presidente giudicava troppo bellicosa.

17 ottobre – L’amministrazione Trump ha negoziato con la Turchia un cessate il fuoco, in seguito all’invasione del Nordest della Siria da parte di Erdogan. Il vicepresidente americano, Mike Pence, ha annunciato che l’intenzione di Washington sia quella di ridurre il coinvolgimento militare statunitense nel Paese.

27 ottobre – Trump ha annunciato in una conferenza stampa alla Casa Bianca l’uccisione del leader dell’Isis, Abu Bakr al Baghdadi, da parte di un’operazione speciale statunitense.

4 novembre – Trump, come annunciato mesi prima, ha avviato formalmente il processo di ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Il presidente ha sempre considerato quell’intesa come nociva per l’economia americana, soprattutto in termini di competizione con la Cina.

18 dicembre – La Camera dei Rappresentanti (controllata dai democratici) ha votato formalmente per mettere Trump in stato d’accusa. Due sono i capi d’imputazione: abuso di potere e intralcio al Congresso. Tutto è nato da una controversa telefonata, intercorsa tra l’inquilino della Casa Bianca e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, il 25 luglio del 2019. Si tratta del terzo presidente americano ad essere posto sotto impeachment nella storia americana. Il processo al Senato dovrebbe iniziare a gennaio.

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Stefano Graziosi