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(Ansa)
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Usa 2024: Trump stravince al Super Tuesday

L'ex presidente ha espugnato la maggior parte degli Stati in cui si votava, tra cui Texas e California (che sono ricchissimi di delegati). Alla Haley è andato il solo Vermont

È stata una vittoria a valanga quella di Donald Trump al Super Tuesday di ieri sera. Secondo Politico, l’ex presidente ha infatti vinto nettamente in quasi tutti gli Stati in cui si votava. In particolare, ha conquistato Texas, California, Alabama, Arkansas, Colorado, Massachusetts, Maine, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee e Virginia. È anche da sottolineare che, in tutti questi Stati, ha abbondantemente superato la soglia del 50% dei consensi: nei soli Texas e California – gli Stati più popolosi, che mettono in palio il maggior numero di delegati – l’ex presidente ha preso più del 70% dei voti.

Nikki Haley, dal canto suo, ha dovuto accontentarsi del solo Vermont, che ha vinto col 49,8% contro il 45,9% di Trump. Si tratta di un magro risultato. Questo Stato mette in palio appena 17 delegati per la Convention nazionale repubblicana di luglio e, alle elezioni presidenziali, vota ininterrottamente per i democratici dal lontano 1992. Deludente per l’ex ambasciatrice si è rivelata anche la performance elettorale in Virginia, su cui – secondo varie indiscrezioni – stava scommettendo molto nel tentativo (sempre più disperato) di rilanciare la propria campagna: in questo Stato, Trump ha vinto con circa il 63% dei voti, mentre la Haley si è fermata al 35%. Va anche detto che, al momento in cui scriviamo, non sono ancora stati assegnati Alaska e Utah: due Stati che non potrebbero comunque cambiare sensibilmente il peso dei risultati di questo Super Tuesday.

“Abbiamo un grande partito repubblicano con un talento straordinario, e vogliamo avere unità, e avremo unità, e avverrà molto rapidamente”, ha dichiarato l’ex presidente, che è ormai vicino a blindare matematicamente la nomination presidenziale repubblicana, conquistando la fatidica soglia dei 1.215 delegati: un risultato che, salvo sorprese, dovrebbe riuscire a raggiungere nelle prossime due settimane. Nel momento in cui scriviamo, non sono ancora stati assegnati tutti gli 854 delegati in palio ieri: tuttavia, stando al conteggio del New York Times, Trump ne avrebbe già ottenuti almeno 478 contro i 19 della Haley.

E adesso emerge la solita domanda. Che cosa farà l’ex ambasciatrice? Continuerà ostinatamente a restare in campo, nonostante la sua strada verso la nomination sia di fatto inesistente dal punto di vista matematico? Per ora, la sua campagna elettorale si sta aggrappando alla vittoria in Vermont. Tuttavia, come abbiamo visto, si tratta di uno Stato fondamentalmente irrilevante sia per le primarie sia, sul fronte repubblicano, per le elezioni presidenziali. A peggiorare la situazione per l’ex ambasciatrice sta il fatto che, lunedì, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato la sentenza del Colorado che aveva dichiarato Trump incandidabile. Una delle ragioni con cui la Haley ha continuato a giustificare la sua corsa elettorale è sempre stata quella dei guai giudiziari dell’ex presidente: guai che, sia chiaro, restano sul tavolo. Il punto è che, per lui, il principale scoglio era rappresentato proprio dalla possibilità di essere dichiarato incandidabile: uno scoglio che ormai il diretto interessato si è però lasciato alle spalle. Nel frattempo, secondo la Cnn, il team della Haley sarebbe internamente spaccato tra chi auspica che l’ex ambasciatrice dia il proprio endorsement al rivale e chi le suggerisce di evitare una simile mossa. Intanto Trump è ormai veramente a un passo dalla nomination.

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Stefano Graziosi