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(Ansa)
Dal Mondo

L'Honduras ha rotto le relazioni con Taiwan

L'attuale presidente americano sta perdendo progressivamente influenza sull'America Latina. Un problema per gli Stati Uniti e per tutto l'Occidente

L’Honduras ha rotto le relazioni con Taiwan, ufficializzandole invece con la Repubblica popolare cinese. “Il governo della Repubblica dell'Honduras riconosce l'esistenza di una sola Cina nel mondo e riconosce che il governo della Repubblica popolare cinese rappresenta la Cina nel suo insieme”, ha dichiarato sabato scorso il ministero degli Esteri honduregno. “Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e da oggi il governo dell'Honduras ha informato Taiwan della rottura delle relazioni diplomatiche”, ha proseguito.

“Per salvaguardare la sovranità e la dignità nazionale, abbiamo deciso di cessare immediatamente le relazioni diplomatiche con l'Honduras e sospendere tutti i piani di cooperazione bilaterale”, ha replicato il governo di Taipei. “La repressione e le minacce non cambieranno il fatto che la Repubblica di Cina e la Repubblica popolare cinese non sono subordinate l'una all'altra”, ha aggiunto il presidente taiwanese, Tsai Ing-wen. Fino alla settimana scorsa, l’Honduras era uno dei 14 Paesi che mantengono relazioni diplomatiche con Taipei. Questa svolta non era comunque inattesa. A metà marzo, il presidente dell’Honduras, Xiomara Castro, aveva infatti reso noto di essere intenzionata ad imboccare questa strada.

La vittoria diplomatica per Pechino è evidente. E segna un ulteriore colpo all’influenza statunitense sull’America Latina: una perdita di influenza, intensificatasi da quando Joe Biden è arrivato alla Casa Bianca due anni fa. A dicembre del 2021, il Nicaragua ruppe le relazioni diplomatiche con Taipei. Era invece giugno dell’anno scorso, quando Reuters riferì che, dati alla mano, “la Cina [aveva] ampliato il divario rispetto agli Stati Uniti in termini commerciali in ampie aree dell'America Latina da quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden [era] entrato in carica”. D’altronde, sempre a giugno, vari leader latinoamericani boicottarono di fatto il Summit of the Americas che l’anno scorso era stato organizzato dagli Stati Uniti in California.

Insomma, Pechino sta rafforzando la sua influenza sull’America Latina a discapito di Washington. “La Repubblica popolare cinese ha ampliato la sua capacità di estrarre risorse, stabilire porti, manipolare i governi attraverso pratiche di investimento predatorie e costruendo potenziali strutture a uso duale”, ha detto la comandante dello Us Southern Command, Laura Richardson, al Senato statunitense a inizio marzo in riferimento alla situazione in Sudamerica. La Cina è tra l’altro fortemente interessata all’area anche per il litio.

Tutto questo, senza dimenticare il ruolo della Russia. Al di là dei suoi storici legami con il Venezuela, Mosca ha schierato propri militari in Nicaragua lo scorso giugno. Lo stesso Luiz Inácio Lula da Silva, recentemente tornato al potere in Brasile, non intrattiene cattivi rapporti con Russia e Cina. Come in Medio Oriente, l’amministrazione Biden sta perdendo progressivamente terreno in America Latina. Un problema non solo per Washington ma per tutto l’Occidente.

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Stefano Graziosi